Unicredit, tremila esuberi al 2013

di Barbara Weisz

18 Ottobre 2010 13:00

É accordo con i sindacati sulla ristrutturazione prevista dal progetto One4c: esodo su base volontaria con incentivi. E 2mila200 nuove assunzioni

La trattativa si è conclusa all’alba di questa mattina, dopo sei giorni di colloqui che nel fine settimana sono proseguiti anche nella notte. Il gruppo Unicredit e i sindacati hanno raggiunto un accordo sugli esuberi che riguardano la rigorganizzazione interna avviata per la realizzazione del progetto One4C, la banca unica.

Sono tremila i dipendenti che dovranno lasciare la banca, mentre per altri 1100 sarà necessario un ulteriore negoziato. L’intesa prevede anche la stabilizzazione di 1007 neoassunti con contratti di apprendistato, mille nuove assunzioni entro il 2013 da aggiungersi alle 121 già previste che avverranno entro la fine di quest’anno.

Questi i punti principali di una trattativa che si è aperta nel settembre scorso e che, come da tabella di marcia, si conclude in tempo per avviare il progetto di banca unica all’inizio del prossimo mese di novembre. Il capitolo più delicato, comprensibilmente, era quello relativo agli esuberi: 4700 la richiesta iniziale del gruppo, da spalmare su tre anni.

L’accordo raggiunto prevede invece che in questo periodo i tagli saranno limitati a tremila persone, tutte fra gli aventi diritto alla pensione entro il 31 dicembre 2013. Per quanto riguarda gli altri 1100 esuberi dichiarati dalla banca, è stato concordato che la loro gestione avverrà in un arco di tempo più lungo, pari a cinque anni, e che sarà necessaria una ulteriore fase negoziale.

Quanto ai tremila esuberi, il criterio prioritario sarà la volontarietà. I dipendenti che hanno i requisiti, compresi i dirigenti, possono presentare la loro eventuale adesione entro il 15 novembre prossimo. É previsto un piano di incentivi, differenziato a seconda delle diverse posizioni, che va da un minimo di sei a un massimo di sedici mensilità. Nel caso in cui gli esodi volontari siano meno di 3mila, verranno identificati gli ulteriori tagli fino al raggiungimento della soglia prevista dagli accordi al termine di una serie di incontri fra azienda e sindacati che avverranno fra il 15 e il 26 novembre.

Questi colloqui serviranno anche a stabilire le modalità di accesso al fondo di solidarietà per i 600 dipendenti che non hanno potuto accedervi per effetto della riforma delle finestre pensionistiche della legge Tremonti.

Quanto al capitolo nuove assunzioni fra stabilizzazione e nuove entrate l’accordo riguarda un totale di quasi 2200 posizioni. I sindacati sottolineano che nessuna norma di ingresso riduce, nemmeno temporaneamente, quanto previsto dal contratto nazionale.

L’intesa come detto si inserisce nel progetto di banca unica, che prenderà il via il primo novembre, e che ha comportato la fusione di sette controllate nella holding, un accorciamento della catena decisionale, la nomina del country manager Gabriele Piccini, la definizione di una squadra composta da 150 dirigenti.