La crisi economica e il costo dei carburanti inducono le famiglie a risparmiare sulla vettura, ma gli italiani si confermano un popolo di automobilisti. Usano meno l’auto, ma più spesso. La mobilità nel paese registra cambiamenti: aumenta l’abitudine di prendere i mezzi pubblici, crescono le due ruote e le biciclette.
Il mercato dell’auto è in crisi profonda, e in materia di comportamenti al volante la prima preccupazione degli automobilisti è la guida in stato di abbrezza, mentre il motivo principale di distrazione è il telefonino. Sono i dati che emergono dal rapporto Aci-Censis “Automobile 2010”.
Cala la spesa delle famiglie per i trasporti, -0,9% nel 2009 rispetto al 2007, per la benzina, -10,7%, e per gli altri carburanti, -19,1%, ma cresce invece il desiderio di mobilità in termini di numero medio di giorni di utilizzo dell’auto privata, spostamenti giornalieri, spostamenti inferiori a un chilometro. Il 90,4% degli automobilisti continua a ritenere l’auto il mezzo preferito per spostarsi, ma il 26,6% ne riduce l’uso. Cresce dell’8,9% il ricorso ai mezzi pubblici urbani (soprattutto fra gli uomini), del 3% l’uso di moto o scooter, del 5% quello della bici. Diminuisce del 3,9% il numero complessivo di chilometri l’anno, ma l’auto non si lascia in garage, viene usata per spostamenti brevi, ed emerge l’uso combinato di più mezzi. Aumenta dell’8% il car sharing.
C’è una percezione diffusa di un costo troppo alto della benzina (superiore al giusto per il 68%), e delle polizze assicurative (55,8%). «L’automobile conferma il suo primato tra le abitudini degli italiani», spiega Enrico Gelpi, presidente dell’Automobile Club d’Italia, Enrico Gelpi, secondo il quale però «dal rapporto emerge la richiesta sempre più diffusa di una nuova cultura della mobilità» che l’Aci continuerà a promuovere, ritenendo «tuttavia indispensabile che le istituzioni affrontino con determinazione i problemi: la pianificazione del sistema dei trasporti, il ripensamento del rapporto tra urbanistica e mobilità, l’accessibilità ai grandi centri urbani».
E veniamo alla sicurezza stradale. È in calo il numero degli incidenti, ma aumentano quelli che coinvolgono i pedoni. La preoccupazione numero uno, 64,9%, è la guida in stato di abbrezza, seguita dall’eccesso di velocità, 49,8%. Le infrazioni più ricorrenti sono il divieto di sosta (27,8%), superamento dei limiti di velocità (23,5%), parcheggio in doppia fila (21,7%), mancato uso delle cinture (18,4%) e delle frecce (10,1%). I giovani ne commettono di più, mentre sono particolarmente virtuosi i ciclisti: il 79% non commette mai infrazioni.
Gelpi sottolinea che «tra i conducenti dilaga un senso di onnipotenza al volante, soprattutto tra i più giovani, che deve essere rapidamente contrastato con specifiche iniziative istituzionali e nuove attività di sensibilizzazione». La prima fonte di distrazione sono i telefonini, 87,8%, seguiti da utilizzo di apparecchi audio-video, 36,4%, cercare qualcosa, 27,1%, fumare, 21,9%.
Infine, il mercato dell’auto. La crisi è profonda, le immatricolazioni nei primi 11 mesi dell’anno sono scese del 10,1%. Il 4,8% degli automobilisti dichiara di aver acquistato una nuova vettura nel 2010, e ancor meno, il 3,9%, ha intenzione di farlo nel 2011. Il 47,5% si esprime a favore di nuovi incentivi, il 24,3% vorrebbe l’abolizione del bollo, il 16% una benzina meno cara, con sconti proporzionati al reddito. Le vetture preferite sono straniere, 54,7%, contro il 42,2% di affezionati al made in Italy. L’auto ideale? Per gli uomini, è potente e di lusso, per le donne pratica e maneggevole. Infine il sentiment verso l’auto elettrica. Le due richieste fondamentali sono un prezzo in linea con quello delle vetture tradizionali e un sistema rapido di ricarica.