Sandro Capotosti, ex presidente di Banca Profilo, e Ruggeromassimo Jannuzzelli, ex vicepresidente e ad del gruppo Camuzzi, sono i nuovi proprietari della Moto Morini. L’hanno rilevata all’asta per 1 milione 950mila euro. Torna così in strada uno storico marchio delle due ruote italiano, la casa di Casalecchio, alle porte di Bologna, che era fallita nel maggio del 2010.
Quella dei due imprenditori manager è stata l’unica offerta, e ha riguardato l’azienda ma non l’acquisto dell’immobile, che è in comodato d’uso per due anni. Per il pacchetto completo, la base d’asta era più alta, pari a 4 milioni 650mila euro. C’era già stata una prima asta al tribunale fallimentare di Bologna, nell’aprile scorso, ma era andata deserta.
«Dopo un intenso lavoro durato tre mesi siamo contenti di aver concluso l’operazione» ha dichiarato Capotosti, aggiungendo: «un’operazione di questo tipo, in questo momento economico, deve essere fatta con il cuore. Io da ragazzo ho avuto prima il Corsarino, poi lo Scrambler. E ancora me li ricordo. Credo che tutti gli italiani sopra i 50 anni abbiano avuto una Morini».
I due imprenditori manager hanno creato una newco, Eagle Bike, che è la nuova proprietaria della casa motociclistica. Capotosti, 58 anni, è stato il presidente di Banca Profilo, istituto da lui fondato nel 1988, che nel 2009 è passato al gruppo Sator. E’ stato anche presidente della compagnia aerea Meridiana. Nella sua storia, anche una condanna per insider trading, nel 2008, con pena sospesa e reato poi prescritto.
Jannuzzelli è stato ad di Camuzzi dal 2001 al 2010 e presidente della Astor, holding di famiglia che investe in attività industriai e immobiliari. Ha fatto parte del cda di Meridiana, lavorando insieme a Capotosti.
La storia della Moto Morini inizia nel 1925, quando Mario Mazzetti progetta la MM 125 cc ed entra in società con Alfonso Morini, che in sella vince diversi record mondiali. Nel 1937 Morini si mette in proprio e fonda l’azienda con il nome di Moto Morini, che inizialmente produce motocarri e motori, non motocicli in base a un accordo con l’ex socio.
Riprende a costruirli dopo la guerra, e li fa correre nelle gare ufficiali. Seguono decenni di grandi successi, dalle vittorie del supercampione Giacomo Agostini ai modelli entrati nella storia, come il Corsarino prodotto negli anni ’60 e ’70, e i motori di Franco Lambertini, il progettista arrivato nel ’70 dalla Ferrari.