Negli Stati Uniti d’America, i manager delle grandi aziende guadagnano più del fisco. Nel senso che le aziende per cui lavorano spendono per le loro retribuzioni più soldi di quelli che pagano in tasse. Sarà forse per questo che l’amministrazione Obama negli ultimi giorni ha deciso di inasprire i controlli fiscali. Non nei confronti delle aziende, sia chiaro, ma di coloro che sono sospettati di evadere le tasse. E per dimostrare che fa sul serio il governo ha lanciato un ultimatum nientemeno che alle banche svizzere: entro domani, 6 settembre, devono comunicare i dati sui cittadini americani intestatari di conti elvetici e sospettati di essere, appunto, evasori.
La richiesta è partita da Washington dopo un’indagine del Dipartimento di Giustizia e del ministero del Tesoro secondo cui ci sarebbero circa 4.450 americani sospettati di evasioni, con conti in una decina di banche svizzere. E a questi istituti, il Credit Suisse e altre nuove istituzioni finanziarie elvetiche, è arrivata la richiesta di fornire informazioni.
In corso ci sarebbe una delicata trattativa, con Berna che avrebbe già fatto sapere che si sta «cercando di raggiungere una soluzione sulla base delle leggi esistenti». Il riferimento è al segreto bancario svizzero, a cui il paese non intende rinunciare, pur tenendosi la possibilità di derogare, come avvenuto nei mesi scorsi con il caso dei conti presso Ubs. Proprio in quell’occasione, per non farsi scoprire, ci sarebbero stati molti clienti che avrebbero deciso semplicemente di cambiare banca.
Si parla di una cifra nell’ordine dei miliardi di dollari, accumulata fra il 2002 e il 2010. Domani scade l’ultimatum, e dunque bisogna apsettare 24 ore per conoscere gli sviluppi della vicenda.
Ma ai manager sarà forse rimasta la curiosità di sapere qualcosa di più sul fatto che i loro colleghi d’oltreoceano incassano più del fisco. Il dato risulta da un’indagine dell’Institute for Policy Studies condotta su stipendi, e bonus, del 25% degli amministratori delegati delle cento società quotate con le retribuzioni più alte (fra le altre, General Electric, Verizon, Boeing). Ebbene, questi stipendi sono più alti delle imposte che le stesse aziende hanno pagato allo stato federale.