Il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito del 7%. Fra i rincari maggiori, quelli delle bollette, dall’acqua all’elettricità, e dei trasporti. Sono i dati dell’indagine su 10 anni di euro effettuata da Altroconsumo. La moneta unica all’inizio dell’anno prossimo compie esattamente dieci anni. Una ricorrenza che cade in un periodo caratterizzato da forti turbolenze sui mercati e in particolare da una crisi del debito sovrano partita l’anno scorso dalla Grecia per poi contagiare Irlanda, Portogallo e Spagna fino a lambire l’Italia proprio quest’estate, creando una situazione di allarme che, secondo alcuni osservatori, metterebbe in discussione la stessa sopravvivenza della moneta unica.
Nella percezione dei consumatori l’avvento dell’euro ha comportato forti aumenti di tutti i prezzi, non adeguatamente compensati da incrementi degli stipendi. L’indagine di Altroconsumo conferma questo andamento, ma evidenzia come ci siano anche settori, ad esempio quello dei farmaci, che hanno visto i prezzi scendere.
In generale, il costo dei prodotti e dei servizi è salito particolarmente nei settori a concorrenza limitata, mentre è sceso dove la distribuzione si è evoluta, magari sfruttando la rete, e sono state introdotte regole che favoriscono la competizione tra aziende.
Ma vediamo nel dettaglio i dati: l’aumento medio dei prezzi al consumo, dal 2011, è stato del 21%, a fronte di una crescita del reddito del 14%. Il risultato è la perdita del potere d’acquisto, quantificabile nel 7%.
Notevole l’incremento delle bollette: l’acqua è aumentata del 52%, la tassa sui rifiuti del 33%, il gas del 34%, l’elettricità del 24% e il canone telefonico del 25%.
Gli incrementi forse più vistosi hanno pero’ riguardato i trasporti: in primis i traghetti, con un balzo del 147%, seguiti da aerei, +64%, treni, +46%, e taxi, +34%. I biglietti dei mezzi pubblici registrano vistose differenze fra le diverse città: il rialzo più consistente si è verificato ad Ancona, passata da 1300 lire a 1,20 euro, +79%, mentre la dinamica maggiormente virtuosa è quella di Bari, che è anche la più economica visto che il biglietto costa 90 centesimi (l’aumento è stato del 16% rispetto alle 1500 lire). Segue Torino, dove l’autobus costava 1500 lire e oggi costa 1 euro (+29%). Analogo il dato di Roma (dove però in vista potrebbe esserci un aumento a 1,5 euro nel 2012), mentre per esempio Napoli è passata da 1500 lire a 1,10 euro (+42%), e Milano sempre da 1500 lire a 1,50 euro (aumento appena scattato il primo settembre), +94%. Vale la pena di segnalare che Bologna, che dieci anni fa aveva uno dei biglietti più cari, 1800 lire, oggi è a quota 1,20 euro, quindi l’aumento è del 29%, pari a quello di Torino e Roma.
I premi rc auto registrano andameneti molti diversi a seconda delle città. A Napoli sono cresciuti vertiginosamente, +122%, notevole anche il rialzo di Palermo, +77%, mentre sono più contenuti quelli di Roma, +31%, e Milano, +25%. Le assicurazioni delle moto invece segnano il balzo più evidente a Palermo, +245%, seguita da Napoli, +227%, e qui si segnalano rialzi vistosi anche a Roma, +136%, e Milano, +73%.
Quanto agli alimentari, si sottolinea il rialzo del prezzo del pane, +33%, che significa dieci punti in più dell’inflazione, a fronte di un incremento generale degli altri alimentari del 25,3%, sostanzialmente in linea con l’indice generale dei prezzi al consumo (+23%).
Le note positive arrivano invece dai farmaci, il cui costo è sceso del 28%, anche grazie alle nuove politiche che hanno visto l’introduzione dei farmaci generici. E i prezzi sono scesi anche nei settori più innovativi, a partire dai prodotti tecnologici, in cui la concorrenza fra produttori è più marcata e anche le forme distributive sono all’avanguardia, ad esempio privilengiando la rete: macchine fotografiche, -41%, pc, -64%, telefonini, -73%.