François-Henri Pinault, come tutti sanno, è un super manager-imprenditore del lusso, non un agente segreto. Ma nel suo campo, darebbe probabilmente del filo da torcere persino a James Bond. L’ultimo colpo del magnate francese parla chiaro: cresce nel campo della moda con l’acquisto di Brioni, storico marchio dell’abbigliamento maschile Made in Italy (che comunque confeziona anche abiti per signora). Proprio la sartoria che ha firmato il celeberrimo smoking con papillon indossato dall’agente 007 Pierce Brosnan.
Ppr, Pinault Pryntemps Redoute, ha firmato un contratto per l’acquisto del 100% della maison fondata nel 1945 da Nazareno Fonticoli, sarto della città abruzzese di Penne, e Gaetano Savini, imprenditore. L’indirizzo dell’atelier: Roma, Via Barberini.
Con l’operazione annunciata oggi, gli eredi delle due famiglie escono definitivamente dalla proprietà, e un marchio storico del lusso italiano, l’ennesimo, cade in mano francese: nel marzo scorso, infatti, era stato Bulgari a varcare le Alpi, acquistato da Lvmh. Ora la mossa del gruppo Ppr, il quale a sua volta controlla già altre griffe di primo piano del Made in Italy: Gucci, Bottega Veneta, Sergio Rossi.
Secondo la nota ufficiale del colosso parigino del lusso, Brioni fattura 170 milioni di euro (dati relativi all’anno fiscale 2010), ed è un’azienda «redditizia e in continua crescita». Ha 1800 dipendenti, di cui 400 sarti, come ha precisato il Ceo di Brioni, Francesco Pesci. Lo stabilimento è ancora a Penne, in Abruzzo, ma in 75 anni di storia l’azienda ha aperto negozi in tutto il mondo.
Gli indirizzi italiani? A Roma, alla “bottega” di Via Barberini si sono aggiunte le boutique di via Condotti e via Veneto, e poi ancora Milano, via del Gesù, in pieno quadrilatero della moda, Firenze, via de Rondinelli, ma anche Capri, Porto Cervo, Portofino. E nel mondo, Parigi, Londra, Istanbul, New York, Las Vegas, Beverly Hills, Tokyo, Pechino, Nuova Delhi, Kuala Lumpur, Abu Dhabi e Dubai.
L’operazione di vendita a Pinault era nell’aria da mesi, e ora è arrivata la firma. Operativamente, sarà finalizzata entro il primo trimestre del 2012. Forse in omaggio all’icona di James Bond, c’è un piccolo giallo sul prezzo: le indiscrezioni della vigilia parlavano di 350 milioni di euro, stamattina in conference call Pinault ha spiegato che il prezzo è stato «significativamente inferiore».
Quella di Brioni è una storia del successo del Made in Italy nel mondo. Ha vestito il James Bond di Golden Eye, nel 1995, che per la prima volta era interpretato da Brosnan. L’agente 007 combatteva ancora contro l’Unione Sovietica. In vent’anni, il mondo è cambiato parecchio, ma le icone di stile non tramontano mai. Brioni, fra l’altro, ha vestito anche l’ultimo James Bond, il Daniel Craig di Casinò Royale.
Ma se l’agente speciale di Sua Maestà è probabilmente il personaggio più famoso fra quelli passati per la celebre sartoria, i destini della maison italiana incrociano quelli di Hollywood ben prima, già negli anni ’50. Un marchio classico, simbolo dell’alta moda sartoriale (un abito richiede 220 fasi di lavorazione), che non ha mai perso di vista i fondamentali ingredienti della qualità e dell’innovazione: nel 1952, a Palazzo Pitti (Firenze), fu la prima casa di moda del mondo a portare l’uomo in passerella.
Il marchio ha letteramente fatto scuola: nel 1985 è nata la Scuola Superiore di Sartoria Nazareno Forticoli. Fra i riconoscimenti recenti, nel 2009 l’archivio della Maison è stato riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali patrimonio di interesse storico: contiene 700 abiti realizzati a partire dagli anni ’50, centinaia di bozzetti, disegni e tavole d’autore, 10mila materiali fotografici. E ancora, in questo 2011, Brioni è in prima posizione nella classifica del Luxury Institute come Top luxury brand della moda maschile.