Abolire i saldi perché ormai sono diventati anacronistici e inefficaci. E’ la posizione sostenuta da Pietro Giordano, segretario generale di Adiconsum, associazione costituita nel 1987 dal sindacato CISL per la tutela dei diritti del consumatore.
Ha ancora senso la stagione dei saldi (le “vendite di fine stagione” regolate da un decreto legislativo del 1998) quando viene anticipata con pre-saldi che i commercianti propongono al consumatore inviando sms ed email con sconti che arrivano a toccare in alcuni casi il 60%? A che valgono i saldi, si domanda l’Adiconsum, nel momento in cui i negozianti praticano tutto l’anno promozioni e liquidazioni con outlet che propongono riduzioni di prezzo per capi firmati fino al 40%?
D’altra parte, il commercio elettronico, in crescita in Italia secondo i dati forniti da Netcomm, fa risparmiare notevolmente gli acquirenti che possono comprare on line diversi prodotti e servizi.
A questo punto, sostiene Pietro Giordano, sarebbe meglio abrogare definitivamente la legge sui saldi e dare corso ad una completa liberalizzazione del commercio. Tuttavia, specialmente in tempi di crisi, occorre trovare soluzioni in grado di tutelare consumatori, piccoli commercianti e dipendenti. La liberalizzazione, se introdotta, deve mantenersi entro certi limiti e non assumere un carattere selvaggio.
L’apertura fino a tarda notte potrebbe essere garantita prevedendo una turnazione degli esercizi commerciali in maniera da consentire acquisti a chi non è in grado di effettuarli nella fascia mattutina e pomeridiana.
In questo modo sarà possibile anche assicurare che i costi di attività per gli esercenti più piccoli non raggiungano livelli tali da determinarne la chiusura e non imporre tempi di lavoro insostenibili. Per la Grande distribuzione rappresenterebbe del resto un’occasione di rilancio del servizio e di maggiori tutele per i lavoratori.