Il presidente del Consiglio Mario Monti ha incontrato nelle scorse ore a Milano la comunità finanziaria di Piazza Affari. Tanti gli argomenti di discussione, a partire dallo status delle società italiane ad oggi quotate per finire ad un provvedimento sulla riforma del lavoro e circa la poca probabilità di una nuova manovra economica.
Secondo quanto indicato da Mario Monti, le società quotate in Borsa possono dare un grande contributo alla crescita economica di un Paese, ma in Italia il numero è ancora troppo basso e quelle che lo sono rappresentano ancora una realtà piccola in termini di fatturato e di contributo all’occupazione. Spingendo su tale versante, sarebbe possibile contribuire all’economia italiana perché di solito sono quelle che crescono di più e meglio, nonché quelle che investono in sviluppo e ricerca. Ha sottolineato il premier che “questo è un aspetto che la Commissione europea ha sottolineato nelle sue specifiche raccomandazioni lo scorso giugno. […] Un numero maggiore di società quotate può dare un contributo non trascurabile a un cammino di crescita sostenibile specie in un momento in cui il credito delle banche alle imprese tende a contrarsi”.
Durante l’incontro con la comunità finanziaria di Piazza Affari, c’è stato spazio anche per l’importante tema della riforma del lavoro. Il Governo italiano conta di presentare al Parlamento entro la fine del mese di marzo un nuovo provvedimento con l’accordo delle parti sociali, o almeno così Mario Monti si auspica.
Inoltre, per il premier probabilmente non ci sarà bisogno di una nuova manovra finanziaria: qualora la crisi economica dovesse perdurare non vi sarà bisogno di intervenire sui conti pubblici. Nella manovra presentata nel mese di dicembre “siamo stati doverosamente prudenziali” scontando anche tassi di crescita dell’economia reale bassissimi.
“L’Italia ha bisogno di crescita, ma non può crescere da sola. Ha bisogno che l’Europa riconosca il suo bisogno di crescita”. L’obiettivo è quello di ridurre il disavanzo pubblico, ma anche di “far affluire ai contribuenti onesti il gettito della lotta accresciuta all’evasione in termini di minore aggravio fiscale”. Invece, non rientra tra gli obiettivi del Governo la riforma delle autorità di vigilanza.