L’industria automobilistica è stata scossa da una notizia che era nell’aria da tempo, anche se non in questi termini: il gruppo francese Psa Peugeot Citroen sarebbe vicina a un accordo strategico con il gruppo statunitense General Motors. La notizia arriva dopo alcune indiscrezioni, confermate dal ministro del Lavoro francese, Xavier Bertrand che ha parlato di una trattativa già avviata sull’asse Parigi-Detroit.
Ancora, però, non è stato determinato il tenore di questa alleanza: potrebbe portare a uno scambio azionario (ipotesi alquanto remota), come a una semplice collaborazione nella ricerca o nella produzione di piattaforme per auto o di motori, sull’onda di quanto il gruppo francese ha già in essere con Ford per i motori diesel, con Toyota per lo sviluppo di un’utilitaria e con BMW per i motori a benzina.
Secondo indiscrezioni, la partnership tra Psa e General Motors dovrebbe comunque riguardare la produzione di auto e componenti come motori e sistemi di trasmissione da destinare solo al mercato europeo con i marchi Peugeot e Opel, brand tedesco controllato dalla Casa del Michigan.
L’avvicinamento tra i due grandi costruttori dei due lti dell’Atlantico sancirebbe anche la contemporanea fine della possibile alleanza tra Psa e Fiat, di cui si era parlato nelle settimane scorse visto che entrambe le aziende puntavano a collaborare (o a fondersi?) soprattutto per dividere le spese nel campo della costosissima ricerca per la quale le Case auto stanno investendo miliardi di euro ogni anno.
Le situazioni di GM e di Psa sono piuttosto diverse: la prima, a 3 anni dalla bancarotta e dalla conseguente iniezione di fondi pubblici da parte del governo di Washington, è tornato a essere il primo costruttore mondiale superando Toyota e registrando profitti complessivi di crica 7,5 miliardi di dollari, anche se considerando l’Europa l’azienda ha registrato un passivo di 747 milioni di dollari, in miglioramento rispetto agli 1,76 miliardi del 2010. La seconda ha invece chiuso il 2011 con un aumento del 7% del fatturato ma con un calo del 48% degli utili, fino a 588 milioni di euro. Ad andare particolarmente male è stata la divisione auto, che ha chiuso l’anno con una perdita di 92 milioni di euro rispetto all’utile di 621 milioni registrato nel 2010.