Il lavoro a turni

di Francesca Vinciarelli

14 Gennaio 2016 09:00

Lavorare a turni, ecco cosa significa e come funziona.

Di lavori ne esistono tanti, variamo per settore, mansioni, obiettivi e tempi. Proprio il tempo con gli anni è cambiato, non è più lo stesso neanche per coloro che hanno un orario determinato. Sono aumentate anche le modalità di organizzazione del lavoro, ecco infatti che da molti anni si è sviluppato il lavoro a turni.

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Il lavoro a turno è un metodo di organizzazione del lavoro, in cui trova impegnati diversi lavoratori in un stesso posto di lavoro, in orari differenti. Inizialmente il lavoro a turni era delimitato soltanto ad alcune specifiche categorie lavorative, ne facevano parte sopratutto quei settori che dovevano garantire determinati servizi sociali essenziali, come trasporto, ospedali e telecomunicazione.

Al giorno d’oggi questo metodo è arrivato in quasi tutti i campi lavorativi, cambiamento dovuto all’innovazione, alla competitività e alla necessità di definire meglio i tempi di lavoro. I turni di lavoro aumentano infatti anche la produttività, elemento essenziale per le aziende. Entrando nello specifico i sistemi di turnazione vanno da 4, 6, 8, 9 e 12 ore e ne possono far parte anche i turni notturni. 

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Per il lavoratore i turni portano molto stress, tra le patologie lavorative è presente proprio la sindrome del lavoratore turnista. Sindrome che colpisce il 15% dei lavoratori a turno. Purtroppo anche le conseguenze sul fisico e sulla mente non tardano a mancare. Situazione che peggiora per chi deve occuparsi del turno notturno, spesso lo stress, la stanchezza e i disturbi che il fisico manifesta, costringono il lavoratore a lasciare il lavoro a turni.