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Architetti, arriva il nuovo Codice Deontologico

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 4 Novembre 2013
Aggiornato 6 Novembre 2013 08:58

Per gli architetti arriva il nuovo Codice Deontologico, in vigore dal primo novembre 2013; i professionisti devono ora vigilare sull’impatto delle proprie opere sulla società e sull’ambiente.

Gli architetti, i pianificatori, i paesaggisti, i conservatori, gli architetti junior e i pianificatori junior italiani dovranno ora rispettare il nuovo Codice Deontologico, che dal primo novembre 2013 entra in vigore per questa categoria di professionisti. Si tratta di una grande rivisitazione delle norme deontologiche vigenti, almeno secondo il parere del Cnappc, ovvero il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori.

Impatto delle opere progettate

Tra le novità più interessanti la prescrizione di vigilare sull’impatto delle opere progettate e realizzate rispetto alla società e all’ambiente. Anche nel caso in cui il professionista non esegue personalmente la prestazione, il ricorso a collaboratori e l’utilizzazione di una stabile organizzazione, deve avvenire sotto la sua direzione e responsabilità e comunque, il professionista non deve attribuirsi la paternità del lavoro compiuto da altri né fare apparire come esclusivamente propria un’opera progettata in collaborazione con altri colleghi professionisti, senza indicarne i nominativi.

Aggiornamento competenze

Una visione onesta e rispettosa della società e dell’ambiente circostante, seguita da una costante attenzione rispetto all’aggiornamento della propria competenza professionale tanto che il mancato rispetto dell’obbligo o l’infedele certificazione del percorso di aggiornamento seguito, costituisce un illecito disciplinare.

Compenso

Chiare anche le direttive rispetto al compenso dei professionisti. Al momento dell’accettazione di un determinato incarico anche i i criteri di calcolo per il compenso dovranno essere definiti, in coerenza con l’importanza dell’opera e del grado di complessità dell’incarico. Ogni prestazione deve prevedere il suo compenso, comprensivo di tutte le voci di costo tra cui spese e contributi. Non è prevista, se non in casi assolutamente eccezionali, la possibilità di rinunciare al compenso in quanto comportamento anti-concorrenziale e grave infrazione deontologica.