Redditometro bocciato in tribunale: incostituzionale

di Barbara Weisz

Pubblicato 22 Febbraio 2013
Aggiornato 25 Febbraio 2013 10:17

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Tribunale di Napoli accoglie ricorso contro l'applicazione del nuovo Redditometro: viola privacy e diritto di difesa. Il caso giudiziario, le motivazioni, i pareri di Cassazione e Agenzia Entrate.

Quando si dice un precedente: ordinanza anti Redditometro per violazione della privacy e non rispetto del  diritto di difesa. Per i giudici lo strumento sarebbe addirittura fuori della legalità costituzionale e comunitaria.

=> Leggi anche la bocciatura della Cassazione su Redditometro

Il caso è stato sollevato presso la sezione staccata del tribunale di Napoli, a Pozzuoli: a rivolgersi alla giustizia, un contribuente pensionato che lamentava l’invadenza del nuovo metodo di  accertamento fiscale, che di fatto consente al Fisco di conoscere dettagli della vita privata quali trattamenti medici e spese sostenute per altre persone.

Il giudice ha dato ragione al “ricorrente”. Il magistrato Antonio Lepre si è espresso con una bocciatura del Redditometro su tutta la linea: non rispetta la privacy, è eccessivamente inquisitorio, rischia di ribaltare l’onere della prova (che dovrebbe spettare all’accusa, non alla difesa), si basa troppo su elementi statistici e non su dati di fatto.

=> Vai allo Speciale sul Redditometro

  Attenzione: un eventuale ricorso contro una Legge dello Stato andrebbe presentato in modo totalmente diverso (non da un cittadino ma da un magistrato, e non davanti a un tribunale ordinario ma alla Corte Costituzionale).

Il caso in questione riguarda l’applicazione del regolamento attuativo sull’accertamento sintetico, ovvero il decreto ministeriale del dicembre 2012 (leggi qui).

Punti critici

L’eccessivo peso degli elementi statistici (le medie Istat) ai fini della determinazione sintetica del reddito, la violazione della privacy e l’inversione dell’onere della prova sono emersi come i punti critici del nuovo Redditometro.

=> Ecco tutti i dubbi sul nuovo Redditometro

Il giudice di Napoli ritiene che il Redditometro determini «la soppressione definitiva del diritto del contribuente e della sua famiglia ad avere una vita privata, a poter gestire il proprio denaro, a essere quindi libero nelle proprie determinazioni senza dover essere sottoposto a invadenza del potere esecutivo».

Cita anche, secondo quanto si apprende, una serie di violazioni a Convenzione europea dei diritti dell’uomo,  Carta dei diritti fondamentali della UE, Trattato UE, Costituzione italiana.

Ricordiamo che la stessa Agenzia delle Entrate è intervenuta a gennaio 2013 per precisare che i pensionati senza altri redditi non saranno soggetti al Redditometro, che serve invece a stanare i finti poveri. Sarà applicata anche una sorta di franchigia, per cui scostamenti fino a mille euro al mese (12mila euro all’anno) non vengono presi in considerazione.

=> Ecco la franchigia da 12mila euro l’anno sul Redditometro