Ungheria, il test della legge bavaglio

di Lorenzo Gennari

7 Gennaio 2011 14:00

La contestata legge bavaglio ungherese sui media, voluta fortemente dal governo di centrodestra, viene ora messa alla prova dall'opposizione con una denuncia ai danni di un giornalista vicino al premier Viktor Orban

Il partito ungherese “Sinistra verde” (Zoeld baloldal) ha messo alla prova l’equanimità della nuova legge sui media denunciando all’Autorità di controllo, per incitamento all’odio, un noto giornalista di destra vicino al premier Viktor Orban.

«Abbiamo sporto querela contro Zsolt Bayer al consiglio dei media (organo specializzato per i controlli dell’Autorità) per incitamento all’odio razziale», si legge in uno degli ultimi articoli pubblicati sul sito del partito ungherese. Il riferimento è all’invettiva lanciata da Bayer, uno dei fondatori del partito Fidesz di Orban, sul giornale conservatore Magyar Hirlap, in cui attaccava, offendendoli gravemente, un giornalista britannico, un deputato europeo tedesco e un pianista ungherese per aver parlato male della cosiddetta ”legge bavaglio” approvata il 20 dicembre scorso dal governo ungherese.

«Puzzoni come Cohen (Nick Cohen, giornalista del britannico The Observer), Cohn-Bendit (Daniel Cohn-Bendit, deputato tedesco del Parlamento europeo e rappresentante dei verdi) e Schiff (András Schiff, pianista e direttore d’orchestra ungherese naturalizzato britannico) dovrebbero essere seppelliti nella foresta di Orgovany», aveva scritto, riferendosi alle origini ebraiche dei tre critici della legge bavaglio e al bosco divenuto un luogo famigerato del terrore fascista nel 1920, dove una milizia di estremisti di destra massacrò centinaia di comunisti ebrei.

Il partito Zoeld baloldal, oltre ad avere in programma, nei prossimi giorni, una manifestazione per la libertà di stampa, vuole ora testare l’equanimità della legge che, in funzione del suo obiettivo principale e cioè quello di porre fine all’incitamento all’odio e di difendere la moralità, soprattutto dei giovani lettori, dovrebbe sanzionare il giornalista autore delle offese antisemite.

«È un test per verificare le vere intenzioni dei promotori della legge: se vogliono controllare solo le opinioni contrarie, o difendere veramente la dignità delle minoranze, in questo caso degli ebrei», ha commentato il presidente della federazione della stampa ungherese, Pal Eotvos.