Equo compenso, Adoc: grave danno per i consumatori

di Lorenzo Gennari

18 Gennaio 2010 10:00

Reazioni unanimi al decreto firmato dal ministro dei Beni culturali Sandro Bondi in base al quale verranno riviste le quote dell'equo compenso per gli apparecchi tecnologici dotati di memoria

«La tassa sull?equo compenso rappresenta un grave danno per i consumatori, su cui si scaricheranno i maggiori costi sostenuti dai produttori». Lo ha dichiarato Carlo Pileri, Presidente dell?Adoc (Associazione nazionale per la difesa e l’orientamento dei consumatori), in merito al decreto ministeriale reso pubblico in data 14 gennaio dal Mibac, che rivede i compensi per la copia privata in Italia.

Non lontani dalle dichiarazioni di Pileri sono i presidenti di Confindustria Anie (imprese elettrotecniche ed elettroniche) Guidalberto Guidi, di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, Stefano Pileri, di Assinform, Paolo Angelucci e di Assotelecomunicazioni-Asstel, Stefano Parisi, che puntano il dito sul meccanismo «perverso» che fa crescere la tassa in ragione delle performance dell?apparecchio utilizzato per la copia e incide, in definitiva, esponenzialmente sui costi sostenuti dagli utilizzatori.

«È l?unico esempio al mondo di penalizzazione dell?innovazione», sostengono i rappresentanti delle organizzazioni. Ulteriore danno del decreto è la sua estensione a tecnologie (cellulari, PC, decoder, game console) che non hanno come funzionalità principale la duplicazione di contenuti digitali o che già prevedono tassazioni sull’utilizzo delle licenze.

Secondo i dati Assinform, nel corso del 2009, il mercato dell’IT italiano ha evidenziato una forte diminuzione, con cali mai visti in questo comparto, specialmente nel sottosettore dei prodotti hardware. «All?inizio del 2010 tutto ci attendevamo – dichiara l’Associazione – tranne che un?ulteriore penalizzazione per l?industria nazionale dell?IT e dei suoi clienti principali, cioè le aziende italiane».

«Tra l’altro, un eventuale rimborso da parte della Siae di tale balzello sul materiale utilizzato dalle imprese introdurrebbe una nuova burocrazia di cui nessuno sente il bisogno», conclude il Presidente di Assinform.

A giudicare molto negativamente l’emanazione del decreto di rideterminazione del compenso per la copia privata, è anche l’Istituto Bruno Leoni, secondo il quale «l’unico effetto tangibile del decreto sarà quello di rafforzare la posizione di rendita della Siae, sul cui ruolo nel mercato si rende oramai improrogabile una riflessione profonda».