Legge Stanca, la replica dell’IWA

di Lorenzo Gennari

20 Maggio 2008 17:55

Roberto Scano, presidente dell'associazione IWA Italy, l'associazione degli sviluppatori esperti di accessibilità riconosciuta dal Cnipa, replica alle critiche sulla legge Stanca

L’IWA Italy, è la sezione italiana dell’International Webmasters Association, l’associazione professionale non-profit che è riconosciuta leader mondiale nel fornire principi e certificazioni di formazione per le professioni in Rete. Roberto Scano, presidente dell’IWA Italy è uno degli autori della legge 4/2004 (legge Stanca) e della formulazione dei requisiti tecnici per l’accessibilità dei siti web.

In una lettera inviata ad un noto quotidiano informatico online, Scano ha espresso il suo parere in relazione alla questione della famigerata “legge Stanca“. In sostanza, la mancata applicazione della normativa, secondo Scano, non è legata all’inefficienza della legge, ma va ricercata all’interno di altre problematiche dirigenziali e tecniche all’interno delle Pubbliche Amministrazioni coinvolte.

Le critiche che riguardano gli esiti del processo di trasformazione dei siti Internet in pagine ad “elevata accessibilità” sono, sempre secondo Scano, infondate, in quanto il monitoraggio in corso da parte degli esperti di IWA nei confronti dei siti delle PA centrali, non dà riscontro di una situazione così disastrosa.

Il Presidente di IWA fa notare inoltre che lo stesso Antonio De Vanna, responsabile dell’Ufficio Accessibilità dei sistemi informatici del Cnipa, nelle sue relazioni, illustra casi eccellenti di adeguamento alla legge che da sole basterebbero per dimostrare che le accuse di inapplicabilità dei requisiti sono infondate.

Scano sottolinea perciò come «applicare i requisiti di legge non è una cosa riservata a pochi eletti ma è una serie di piccole regole applicabili da chiunque ne comprenda le motivazioni e le modalità di implementazione». Riguardo all’adeguamento normativo italiano, invece ricorda che l’attività della commissione interministeriale permanente (e quindi della segreteria tecnica che doveva predisporre i requisiti aggiornati) rimase ferma per oltre due anni.