Manager 2.0: come cambiano i modelli, come cambiano gli strumenti

di Alessandra Gualtieri

Pubblicato 18 Ottobre 2007
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:37

Il futuro del project management? Sta nell’innovazione delle strutture, dei modelli e dei processi in un’ottica di decentralizzione, distribuzione, flessibilità  e cooperazione.

D’altro canto, come potrebbe essere altrimenti nell'era dell’Enterprise 2.0, in cui la comunicazione è divenuta protagonista assoluta?

Oggi, grazie alle cosiddette soluzioni user-centric e web-based, comunicare in chiave 2.0 è divenuto un elemento di traino essenziale per “far rete”, per creare solide e proficue fome di collaborazione in ambito gestionale e “connettere” business unit e gruppi di lavoro, nel più vasto quadro del project managment.

A sostenere questa tesi è anche il nuovo libro “The future of management” (Harvard Business School Press, Cambridge, 2007) di Gary Hamel, docente di management strategico e internazionale alla London Business School.

Attraverso una serie di interessanti casi studio – che comprendono ad esempio le recenti “strategie di rinnovamento” di IBM e Google – Hamel evidenzia come siano flessibilità , personalizzazione, intuitività , semplificazione, mobilità , riformulazione di ruoli e risorse in chiave più pratica e meno teorica gli strumenti più efficaci a mantenere inalterati gli obiettivi di business, pur apportando una solida base di innovazione al concetto stesso di management, creando nuove forme di skill, definendo nuove competenze e, allo stesso tempo, creando nuovo valore.

I vecchi paradigmi dello scorso secolo, secondo cui il managment deve rigidamente essere basato su controllo ed efficienza, vengono rimodulati sulla base della nuova realtà  di mercato all'insegna di un dinamismo tutto nuovo, fondato su adattabilità  e creatività .

In questo contesto, il ricorso di aziende e professionisti a soluzioni e piattaforme di collaborazione ispirate al concetto di social network in chiave business risulta il naturale completamento del nuovo approccio gestionale, soprattutto in ambito work-flow, content e knowledge management.

In pratica, ciò che alimenta il successo di ogni business nel lungo periodo non è tanto (o soltanto) l’eccellenza operativa o l’ingente ricorso all’alta tecnologia quanto la capacità  di reinventare ruoli e strumenti in ambito gestionale.