Tra le imprese regna la sfiducia

di Barbara Weisz

21 Marzo 2013 09:00

Per gli imprenditori l'economia italiana nel 2013 peggiorerà ancora: indagine Confcommercio su fiducia priorità per il nuovo governo, in vista del Forum di Cernobbio del 22 e 23 marzo.

Gli imprenditori hanno poca fiducia in un miglioramento della situazione economica nel 2013, e ritengono priorità assolute per il nuovo governo meno tasse su imprese e lavoro e più credito alle imprese: sono i principali risultati di un’indagine di Confcommercio sulle aspettative delle PMI, in vista del Forum di Cernobbio del 22 e 23 marzo.

Il tradizionale appuntamento è occazione per presentare nuovi dati su lavoro, credito, legalità, energia e scenario economico internazionale.

=>PMI, tra crisi e orgoglio imprenditorialele

Nel frattempo, ecco i dati della ricerca sul sentiment degli imprenditori:

  • andamento economia – il 42% ritiene che il 2013 sarà peggiore dell’anno precedente, per il 52% andrà più o meno nello stesso modo (quindi “non bene”), e solo il 6% vede un miglioramento all’orizzonte,
  • prospettive impresa – solo il 12% pensa che andrà meglio dell’anno scorso, mentre il 60% ritiene che le cose andranno sostanzialmente come nel 2012 e il 28% vede invee un peggioramento,
  • situazione economica familiare: un imprenditore su quattro afferma che peggiorerà, per circa il 53% andrà come l’anno precedente e solo il 23% pensa che migliorerà.

Cosa dovrebbe fare il nuovo governo nei primi 100 giorni? Il 90,5% degli imprenditori pensa all riduzione della pressione fiscale su imprese e lavoro, l’80,1% vuole anche meno tasse per le famiglie, il 72,1% chiede politiche in favore dell’occupazione. Seguono riforma elettorale, risanamento dei conti pubblici, riforma della giustizia.

=>Misure per rilanciare l’imprenditorialità

Per quanto riguarda più nel dettaglio le misure per rilanciare lo sviluppo e la competività delle imprese sono le iniziative per favorire il credito, 83,4%, iniziative per incentivare i consumi, 77%, la diminuzione degli oneri fiscali e contributivi sul lavoro, 73,8%, riduzione dell’Irap, 69,7%, meno buracrazia per le imprese, 62,5%.

Per far fronte in generale alle priorità del paese, invece, la misura di gran lunga più gettonata è la riduzione dei costi della politica, 80,4%.

Per rilanciare i consumi, gli imprenditori dicono no all’aumento Iva e sì all’abolizione dell’IMU sulla prima casa.

Infine, imprenditori spaccati sulla possibilità che il nuovo governo, qualche che sia, riesca ad affrontare le emergenze del paese nei primi 100 giorni: il 49% è pessimista, il 44% è ottimista. La stragrande maggioranza, sette imprenditori su dieci, pesano comunque che si tornerà presto a votare.

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