Si allarga anche alle reti di impresa e alle catene dei fornitori la nuova riforma dei distretti industriali italiani, attualmente allo studio del Ministero per lo Sviluppo Economico.
Oltre all’annosa questione della tassazione di distretto, si parla della creazione della figura del manager di distretto come garante dell’applicazione delle nuove regole in un contesto di sistema-Paese più consolidato.
Molti i provvedimenti già previsti dalla legge Finanziaria 2008 e approvati già da prima dell’estate, gran parte dei quali fanno ora capo al Ministero dello Sviluppo economico guidato da Claudio Scajola.
Nel tempo si è passati dalla definizione per legge dei vecchi distretti Istat all’autonomia regionale, per cui ciascuna Regione definisce i propri distretti, indipendentemente. Cambiamento che ha introdotto non pochi problemi.
Già all’inizio del mese sono stati apportati alcuni ritocchi, relativi prevalentemente alle previsioni in materia di distretti industriali e commercio internazionale ed è stato dato il via all’articolo tre sui distretti produttivi, all’articolo 7 sul commercio internazionale, agli articoli 8 e 9 sulla Simest.
Previste anche agevolazioni fiscali per le start up, che portano alla modifica del regime delle plusvalenze per i primi anni.
Perchè tutto questo diventi operativo bisongnerà però attendere il decreto del ministero dello Sviluppo economico, firmato da Scajola in accordo con il ministero dell’Economia.