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Finanziamenti PMI: i canali di accesso al credito

di Barbara Weisz

Pubblicato 5 Giugno 2015
Aggiornato 12 Giugno 2015 14:11

Finanziamenti PMI: la BCE analizza questo e altri problemi per le aziende in Europa, compresa la ricerca di clienti e di personale qualificato. Focus sui canali di credito.

L’accesso al credito per le PMI europee non è l’ostacolo principale, la preoccupazione numero uno è trovare clienti: lo rivela l’indagine sui finanziamenti alle PMI nell’Eurozona condotto dalla BCE (Banca Centrale Europea), da ottobre 2014 a marzo 2015. Tuttavia, l’Italia è uno dei paesi in cui la rilevanza dell’accesso al credito resta più alta, insieme a Portogallo e Grecia (dove il problema è di gran lunga più sentito). In media, comunque, per le PMI europee le questioni cruciali sono altre.

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Ostacoli

In primis l’esigenza di trovare clienti, segnalata nel 26% dei casi,  percentuale crescita rispetto al 20% del 2014. Seguono a parimerito concorrenza, disponibilità di personale qualificato e costi di produzione (tutti al 14%). Poi troviamo regolamentazione (13%) e solo a questo punto accesso al credito (11%), fra l’altro in calo rispetto al 13% segnalato precedentemente. Riassumendo, le PMI europee hanno meno problemi finanziari che in passato ma sono in difficoltà sui fondamentali. vendita dei prodotti, variabili di produzione, competizione sul mercato dell’economia reale. Si riscontrano però significative differenze fra i diversi paesi: quello dei finanziamenti PMI resta il problema numero uno in Grecia, Irlanda e Olanda, è poco sentito in Germania e Austria, che insieme alla Slovacchia segnalano invece molta difficoltà nel trovare personale qualificato.

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Finanziamenti PMI

La BCE analizza in particolare le fonti di finanziamento per ottenere credito. Il canale bancario resta il più rilevante: 54% prestito bancario, 55% fido bancario, 37% prestiti garantiti, magari da enti pubblici. Rilevanti anche leasing, crediti commerciali e altre tipologie di prestiti privati (da parte di familiari, altre società), fonti interne (es.: redistribuzione degli utili). Poco frequente la quotazione in Borsa e ancor meno il ricorso al factoring. Il paese in cui si registra la maggior criticità è la Grecia (da 1 a 10: gravità 7). Seguono Italia e Portogallo (6), Francia, Irlanda, Spagna, Olanda e Austria (5), Belgio, Finlandia e Germania (fra 3 e 4).

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In generale, si registra a livello di media europea un miglioramento delle condizioni di credito bancario, con tassi di interesse in calo (segnalati nel 25% dei casi, percentuale molto più alta del precedente 9%) e un incremento dell’entità del prestito e della durata del prestito.

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