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Export e innovazione, 100 miliardi per la svolta italiana: lo studio SACE

di Anna Fabi

4 Marzo 2025 11:56

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SACE ha individuato 100 miliardi di opportunità per le imprese italiane tra investimenti in ricerca e sviluppo e diversificazione dell’export.

Presentato il 4 marzo il nuovo studio SACE “Let’s Grow!”, attraverso il quale sono individuate le strategie con il maggior potenziale di crescita per le imprese italiane: per fare la differenza servono 100 miliardi di euro da investire in progetti di innovazione e di internazionalizzazione. Assieme, questi due cluster possono generare un aumento del fatturato aziendale fino a 4 punti percentuali.

A sintetizzare i dati del nuovo studio è stata Alessandra Ricci, Amministratore Delegato di SACE, secondo cui il Made in Italy ha un ruolo centrale nei mercati globali ma deve accelerare su due fronti: colmare il divario negli investimenti in innovazione e diversificare i mercati di esportazione.

Innovazione: servono 15 miliardi per la svolta italiana

L’innovazione è un elemento essenziale per mantenere la competitività nel panorama europeo. Attualmente, la spesa in ricerca e sviluppo delle imprese italiane è pari allo 0,8% del PIL contro l’1,5% dell’area Euro. Per colmare questo divario, SACE ha stimato che siano necessari 15 miliardi di investimenti annui aggiuntivi.

Ad oggi, solo un’azienda su tre investe in innovazione tecnologica e digitale, eppure chi lo fa ottiene una crescita di fatturato superiore del 2% rispetto alla media.

SACE ha sviluppato l’Innovation Intensity Index, che misura il grado di innovazione nei vari settori. Tra quelli più avanzati troviamo la farmaceutica e la chimica, mentre comparti come il food & beverage hanno ancora un ampio margine di crescita.

Le imprese italiane che possono beneficiare di investimenti in innovazione sono sia quelle afferenti alle industrie manifatturiere tradizionali con un buon potenziale di trasformazione digitale (tessile, legno e arredo, alimentari e bevande, carta e stampa) sia quelle che rientrano in filiere emergenti in cui l’Italia ha un posizionamento strategico (space & blue economy ed economia circolare).

Export: 85 miliardi di opportunità sui mercati GATE

L’export è un pilastro fondamentale per sostenere la crescita dell’economia italiana, rappresentando quasi un terzo del PIL. Dopo il rallentamento del biennio 2023-2024, SACE prevede una ripresa del 3% nel 2025, con 85 miliardi di euro di nuove opportunità da cogliere sui mercati internazionali.

Attualmente, i mercati a più alto potenziale rappresentano solo il 13% dell’export italiano, lasciando un enorme spazio di crescita. L’Italia ha quindi bisogno di diversificare le destinazioni delle esportazioni, oggi ancora troppo dipendenti dai partner europei.

SACE ha individuato 14 Paesi strategici, definiti GATE (Growing, Ambitious, Transforming, Entrepreneurial), su cui puntare:

  • ASEAN e Medio Oriente, con crescita delle esportazioni italiane in Vietnam (+25%), Arabia Saudita (+28%), Emirati Arabi Uniti (+20%);
  • America Latina, con opportunità in Messico e Brasile, che registrano una crescita dell’export dell’8%;
  • Africa e Piano Mattei, con Algeria, Egitto e Marocco in prima linea per infrastrutture, energia e agroalimentare.

Grazie alla sua presenza locale, SACE può facilitare il business matching e l’accesso ai mercati emergenti, fungendo da apripista per le aziende italiane che vogliono espandersi all’estero.

Effetto GROW: il supporto di SACE per la crescita

Per sostenere le imprese italiane, SACE ha lanciato il modello GROW, che racchiude le principali soluzioni a supporto delle aziende:

  • G – Garanzie e liquidità, per supportare gli investimenti e l’accesso al credito.
  • R – Risk management, per proteggere le imprese dai rischi di internazionalizzazione.
  • O – Opportunità di business matching, per facilitare l’incontro tra domanda e offerta.
  • W – Worldwide, con presenza in 200 mercati per accompagnare le imprese nel mondo.

Grazie a questo approccio, le aziende possono affrontare con maggiore sicurezza le sfide dell’innovazione e dell’internazionalizzazione, massimizzando le opportunità di crescita nel 2025.