Tratto dallo speciale:

Legge di Bilancio 2024, Governo in cerca di risorse per rinnovare il taglio del cuneo fiscale

di Alessandra Gualtieri

Manovra 2024, rinnovo del taglio al cuneo fiscale tra le poste più importanti della Legge di Bilancio, intrecciandosi al nodo IRPEF della riforma fiscale.

Per la Legge di Bilancio 2024 il Governo cerca risorse per confermare il taglio del cuneo fiscale in busta paga ai dipendenti fino a 35mila euro di reddito lordo.

L’obiettivo sarebbe non soltanto quella di prorogarla ma addirittura di renderlo strutturale, tuttavia le buone intenzioni del Governo si scontrano con i costi proibitivi della misura: quasi 15 miliardi.

Taglio del cuneo fiscale: cosa cambia nel 2024

Come ha spieagato il Viceministro all’Economia Maurizio Leo:

confermare il taglio del cuneo costa 11,4 miliardi di euro più altri 315 milioni di trascinamento all’anno successivo. Al netto delle tasse, pari a 3,2 miliardi, siamo a un costo netto della misura di 8,5 miliardi.

Senza il rinnovo, però, da gennaio 2024 ci sarebbe un ammanco in busta paga fino a 100 euro considerando soprattutto il secondo dei due sconti concesso nel 2023, ossia quello da luglio a dicembre.

Nel primo semestre 2023 il taglio del cuneo è stato di 3 punti per redditi fino a 25mila euro e di 2 punti per redditi fino a 35mila euro. Nel secondo semestre il taglio è salito del 4%, rispettivamente a 7 e 6 punti.

La soluzione di compromesso potrebbe essere quella di confermare il tasso medio applicato nel 2023 al taglio, ossia 5 punti.

Il nodo IRPEF e fiscal drag da risolvere

Per sterilizzare l’effetto fiscale (fiscal drag) del taglio applicato in busta paga sulla ritenuta previdenziale, bisogna però agire anche sulle aliquote IRPEF, rendendo attuativa la riduzione delle aliquoteIRPEF prevista dalla Legge delega di riforma fiscale. In soldoni, si tratta di altri 3 miliardi di euro.

Sullo sfondo c’è infine un altro fattore da valutare: il potere d’acquisto degli stipendi messo a rischio dall’inflazione, che si mangia i maggiori importi in busta paga.

Detrazioni da rivalutare contro il caro-vita

I sindacati chiedono a questo proposito di rivalutare all’inflazione le detrazioni su lavoro dipendente applicate in busta paga.

Un’altra voce di costo da reperire per il Governo, che a questo punto ha davvero necessità di “fare cassa”, prevedibilmente tramite la riforma fiscale e misure come la tassa sugli extra-profitti energetici prima e delle banche poi.