Tratto dallo speciale:

Santini Cycling e UPS: il Made in Italy nel mondo

di Barbara Weisz

10 Luglio 2023 10:53

Una storia aziendale che parte da una piccola maglieria e oggi esporta in 60 paesi: intervista a Monica Santini (Santini Cycling Wear) e Francisco Conejo (UPS).

L’innovazione? «La ricerca di tessuti e soluzioni di prodotto sempre più performanti, ma anche innovazioni di processo e digitalizzazione». Il Made in Italy? «Massimo livello qualitativo» e «prodotti sempre più performanti». La sostenibilità? «Fornitori del territorio», tessuti riciclati, packaging ecologici.

Monica Santini, amministratore delegato Santini Cycling Wear, descrive così alcuni dei valori portanti che si traducono nella strategia dell’azienda di famiglia che dirige insieme al padre, Pietro Santini, presidente e fondatore.

Un’impresa con oltre 50 anni di storia, nata da una piccola attività di maglieria che oggi esporta in 60 paesi del mondo, è partner di manifestazioni sportive di rilievo internazionale, ed è sponsor ufficiale del Tour de France.

Il partner per l’export è UPS, un colosso globale del settore che investe costantemente «nel mercato italiano, e nei suoi mercati chiave di esportazione, per spingere le esportazioni e sostenere le piccole e medie imprese, portando il meglio del Made in Italy nel mondo», spiega il country manager Francisco (Paco) Conejo.

Raccontiamo una storia di successo che unisce il valore del Made in Italy a quello dello sport, in chiave innovativa e di crescita. E cerchiamo anche di capire quali sono le oportunità e le sfide per una PMI che vuole rivolgersi ai mercati internazionali.

Dalla maglieria al Tour de France

La storia aziendale inizia nel 1965, quando Pietro Santini, a causa di un infortunio che lo costringe a casa, inizia ad aiutare le sorelle che facevano le magliaie.

«Una volta guarito – prosegue Monica Santini – decide di continuare questo lavoro al fianco della famiglia e acquista un macchinario automatico da maglieria: all’iniziale produzione di maglioni per sciatori, anche grazie alla sua passione e alla vicinanza con il mondo delle due ruote, si affianca quella di capi da ciclismo»

Ancora oggi l’abbigliamento ciclistico è il core business. «Da metà degli anni Settanta abbiamo vestito i più grandi campioni: Thevenet, Hinault, Saronni, Ullrich, Pantani, Bugno, Cipollini, Bettini, Contador, Nibali e tanti altri. La prima squadra professionistica che abbiamo fornito è stato un team francese, la storica Peugeot seguita poi da un altro team indimenticabile, La Vie Claire. Le prime maglie erano in lana, e i tessuti sintetici fecero il loro ingresso verso la metà degli anni Settanta».

Fra le tappe importanti, la partnership con UCI nel 1988, quella con il Giro d’Italia, iniziata nel 1993 e durata per oltre vent’anni, la collaborazione con la Nazionale Australiana di ciclismo nel 2000, «quando in quel continente la nostra disciplina non era così di successo come lo è oggi».

Non solo ciclismo ma anche triathlon con la partnership mondiale siglata con Ironman, l’essenza della triplice disciplina. Nel 2017, sponsor de La Vuelta, e poi nel 2018 del Deutschland Tour.

«In questi anni, la società francese ha potuto osservare come lavoriamo e apprezzare la nostra affidabilità e finalmente nel 2022 siamo diventati sponsor ufficiali del Tour de France: il nostro logo campeggia sulla Maglia Gialla, il simbolo della corsa ciclistica a tappe più importante al mondo».

Le dimensioni e l’innovazione

Oggi Santini ha 150 dipendenti, dei quali il 77% sono donne, nel 2022 ha fatturato 30 milioni. «Produciamo 7mila articoli al giorno ed esportiamo all’estero l’85% della nostra produzione».

Fra il 2022 e l’inizio del 2023 Santini si è trasferita in una nuova sede, a Bergamo, in un sito produttivo preesistente che è stato ristrutturato. Qui avviene «ogni fase produttiva dei nostri capi. In questo modo possiamo controllare la produzione cosicché sia sempre tutto al massimo livello qualitativo e possiamo rispondere alle esigenze di sportivi ed appassionati alla ricerca di prodotti sempre più performanti.

In particolare, un aspetto importante della nostra produzione è la linea Custom, ovvero la possibilità di fornire i team professionistici e le squadre amatoriali con kit personalizzati: un’offerta che siamo in grado di realizzare con un controllo totale della qualità perché abbiamo la produzione in casa».

Il Made in Italy va di pari passo con l’innovazione. Che «si traduce nella ricerca di tessuti e soluzioni di prodotto sempre più performanti, ma anche innovazioni di processo e digitalizzazione. Il prodotto sportivo per sua definizione ha bisogno di essere sempre innovativo. Nel ciclismo e nel triathlon questa visione è portata all’estremo. Il ciclista è costantemente esposto alle condizioni climatiche più estreme, spesso per molte ore.

Santini collabora da sempre con i maggiori atleti professionisti che ci stimolano a trovare soluzioni innovative sia nei materiali che nei tagli. Ed esporta in oltre 60 paesi con un modello di business basato sul «rapporto B2B con distributori e negozi, e l’on-line store che spedisce ai consumatori in ogni angolo del mondo».

Il partner per l’export: UPS

Il partner per l’export come detto è UPS. Fra gli ostacoli principali fra le PMI che esportano, sottolinea Francisco Conejo, «ci sono normative commerciali, aspetti doganali, dazi e tariffe, che si aggiungono a processi amministrativi poco familiari. UPS vanta oltre 80 anni di esperienza nell’intermediazione doganale e uffici in oltre 60 paesi, è in grado di fornire una copertura globale e un servizio affidabile e uniforme supportato dalla nostra profonda expertise doganale.

Da anni collaboriamo con le dogane italiane nel processo di dematerializzazione della documentazione. Il processo di sdoganamento inizia fin dal momento in cui il cliente trasmette a UPS i dati di spedizione, e le nostre soluzioni di documentazione elettronica come Paperless Invoice permettono di evitare errori di compilazione o di dover allegare copie cartacee alla spedizione.

Mettiamo anche a disposizione soluzioni informative come TradeAbility, che in base a origine e destinazione e tipo di merce, suggerisce la documentazione necessaria, o permette di trovare i codici tariffari armonizzati, di calcolare i costi allo sbarco o di individuare partner commerciali per cui esistono delle restrizioni. E, infine, offriamo anche soluzioni come WorldEase che permettono lo sdoganamento consolidato di più spedizioni singole destinate a diversi destinatari finali in un paese estero, con risparmio di tempo e di costi doganali».

Gli ultimi anni, per le imprese esportatrici sono stati sfidanti. Le imprese hanno sperimentato la congestione dei trasporti, l’interruzione e poi l’accorciamento delle supply chain, nonché carenze di componenti e di materie prime e l’approvvigionamento alternativo, ma ciò ha permesso anche di mostrare il meglio che il settore della logistica è in grado di fare. Tutto ciò ha comportato un aumento importante della domanda, dando a noi operatori della logistica la grande opportunità di farci conoscere per ciò che realmente possiamo fare e far emergere la nostra centralità, oltre ad aprire nuove opportunità di esportazione verso l’Asia e il Sud America.

L’agilità e la flessibilità del nostro network multimodale globale sono stati e sono tuttora chiave per adattarsi alle dinamiche di mercato. E continuiamo a dar prova di resilienza, controllando quello che possiamo controllare in un ambiente sfidante, mentre continuiamo a investire nel nostro business, nel servizio ai clienti e nelle nostre persone con una prospettiva a lungo termine. Prova tangibile di ciò è anche il gateway di UPS a Bergamo inaugurato lo scorso ottobre, con capacità raddoppiata».

La sostenibilità

Entrambe le aziende hanno precise strategie sulla sostenibilità. Le due vision a confronto:

Santini Cycling: «Una delle strade che un’azienda può percorrere per essere più sostenibile è quella di scegliere fornitori del proprio territorio. Noi lavoriamo da tanti anni a stretto contatto con numerose aziende fornitrici di tessuti che hanno sede nell’area lombarda riducendo l’impatto dei trasporti. Ma non solo. Tutte i nostri scarti di lavorazione sono separati (tessuto, plastica, carta, ecc.) per essere immessi nel percorso di riciclo. I nostri packaging sono studiati per essere riutilizzati, oppure sono fatti con materiali compostabili o di riutilizzo. Per molti nostri prodotti già da anni utilizziamo tessuti fatti con filati riciclati e derivanti dal recupero di materiali di scarto. Sono numerose le nostre proposte di capi realizzati con tessuti eco-sostenibili, tra cui la maglia di Campione del Mondo UCI e la Maglia Gialla del Tour de France! Il percorso della sostenibilità ambientale è comunque solo all’inizio. Il nostro sforzo è quello di trasformare la mentalità all’interno dell’azienda per coinvolgere tutti a pensare in modo più sostenibile ogni nostra azione».

UPS: «La nostra idea di sostenibilità riguarda il fronte ambientale, sociale ed economico». Quindi, «pratiche commerciali responsabili con l’obiettivo di fornire un servizio eccellente che abbia un impatto positivo a diversi livelli. Ci siamo impegnati a essere carbon neutral per tutte le emissioni di scopo 1, 2 e 3 nelle nostre operazioni globali entro il 2050 ed entro il 2035 puntiamo alla riduzione del 50% della CO2 per collo consegnato relativamente alle operazioni globali di piccoli pacchi (anno di riferimento 2020) e al raggiungimento del 100% delle strutture aziendali alimentate da energia elettrica rinnovabile in Europa».

«In tutta Europa e in Italia utilizziamo biciclette e cargo bike – sono più di 30 i progetti a livello europeo – che permettono di operare in modo efficiente nei centri urbani. In alcune città italiane, come Verona, utilizziamo tricicli a pedalata assistita, in grado di trasportare piccoli pacchi, riforniti da un furgone UPS che funge da centro di smistamento mobile con una capacità di carico di 300 kg per 1,5 metri cubi di volume e può percorrere fino a 60 km con una sola carica».

«A Milano vengono utilizzate le Cargo Bike Bullit a pedalata muscolare, dotate di un vano di carico con una capacità di circa 100 kg. Inoltre, prestiamo attenzione ai vantaggi socio-ambientali studiando il modo in cui attrezzare sempre meglio i rivenditori per il successo dell’e-commerce, come nel caso dell’espansione di UPS My Choice e delle sedi UPS Access Point, oltre 33mila in tutta Europa e più di 4mila 500 in Italia».

«Le consegne in questi punti permettono di risparmiare fino al 33% di emissioni di carbonio rispetto a quelle tradizionali per soddisfare la domanda crescente di consegne più green da parte di consumatori online responsabili. Infine, in Italia, nel 2022 abbiamo piantato 200 alberi a Torino e continuiamo a supportare Special Olympics e Junior Achievement».

I servizi UPS per le PMI

Fra i servizi a valore aggiunto, spiega il country manager, il contrassegno internazionale, per esplorare nuovi mercati o clienti, un ampio portafoglio di servizi di reso, e soluzioni di visibilità e controllo come UPS My Choice for Business, appositamente per le PMI. Ma anche soluzioni specifiche per far leva sull’e-commerce, sia B2B che B2C, e sull’export digitale, da quelle tecnologiche come le API, servizi di notifica con finestra di consegna di due ore, consegna il sabato, a quelle fisiche, come il network di UPS Access Point.

Supportiamo i clienti conducendo campagne per politiche e regolamenti a favore del commercio e, inoltre, promuoviamo diversi programmi globali per condividere la nostra expertise con gli imprenditori.

Tra questi il nostro Women Exporters Program e la nostra recente partnership con SACE Women in Export – Obiettivo Sud, per supportare la crescita sostenibile e inclusiva delle PMI femminili del Mezzogiorno nella doppia transizione digitale ed ecologica. Questi programmi ci permettono di condividere il nostro know-how su temi chiave dell’internazionalizzazione come l’export e la regolamentazione doganale e promuovere un commercio globale inclusivo e più sostenibile.