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Eco-incentivi finiti per diesel e benzina, elettriche troppo care

di Redazione PMI.it

Non bastano gli eco-incentivi per la mobilità sostenibile: finiti i contributi 2023 per auto termiche, ancora disponibili per elettriche e ibride plug-in.

Sulla piattaforma Ecobonus per gli eco-incentivi statali auto e moto 2023, la situazione sui contributi ancora disponibili svela il consueto divario tra motori endotermici e veicoli elettrici.

Come da copione, gli sconti sull’acquisto di auto M1 a benzina e diesel (motori termici, GPL e metano) con emissione tra 61 – 135 sono andati subito esauriti, così come per i moto veicoli non elettrici di classe L.

Ecoincentivi 2023: a che punto siamo

Hanno registrato un discreto successo gli incentivi destinati alle persone giuridiche per le attività di car sharing e autonoleggio. Gli eco-incentivi prenotati per le auto elettriche e per le ibride plug-in destinate ai privati, invece, sono ancora tutti disponibili in piattaforma.

Elettrico al palo

Complice il caro vita e soprattutto il caro energia, i privati restano scettici rispettano alla mobilità elettrica, nonostante le regole UE prevedano uno stop alla vendita di nuove auto a diesel e benzina dal 2035. Lo sconto, lo ricordiamo, può arrivare fino a 5mila euro con rottamazione per un’auto elettrica e a 4mila euro per un’ibrida plug-in.

A scoraggiare i nuovi acquisti di vetture elettriche sono anche gli elevati costi di gestione. Non solo quelli di rifornimento ma anche quelli di manutenzione, con Federcarrozzieri che segnala un +46% per riparare una vettura elettrica di nuova generazione rispetto ad una auto a benzina.

C’è anche un problema di squilibrio dei servizi.

Le 19.334 colonnine di ricarica censite a fine 2022 in tutta Italia sono distribuite in modo disomogeneo, passando dalla media di 215 punti di ricarica ogni 100mila veicoli circolanti (dati ACI) in Valle d’Aosta contro le 33 della Campania. Ovviamente si tratta di numeri relativi e non assoluti, con la Valle d’Aosta terzultima regione per numero di prese installate ma anche la meno popolosa (per fare lo stesso esempio). Il maggior numero di punti di ricarica è in Lombardia (5.971), sul podio assieme a Piemonte (3.848) e Veneto (3.840).

Lungo le autostrade i punti di ricarica sono 496 (l’1,3% del totale). Ma il PNRR prevede l’installazione di 7.500 punti di ricarica rapida in autostrada e 13.755 nei centri urbani entro il 2025, stanziando a tale scopo 750 milioni di euro.