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Recovery Plan, pochi grandi progetti

di Anna Fabi

Pubblicato 15 Settembre 2020
Aggiornato 25 Aprile 2021 19:50

Il ministero Gualtieri in Parlamento smentisce i 558 progetti già pronti per il Recovery Plan, sarà un intervento meno dispersivo, Conte: se sbagliamo, mandateci a casa.

Mentre si rincorrono le indiscrezioni su un pacchetto da oltre 550 proposte di progetti da inserire nel Recovery Plan italiano, il ministero dell’Economia, Roberto Gualtieri, chiarisce: «non faremo centinaia di microprogetti ma pochi grandi progetti». In ogni caso, le linee guida che la settimana scorsa il Governo ha presentato al comitato interministeriale per gli Affari europei, stanno per arrivare in Parlamento.

E intanto, «il presidente del Consiglio invierà oggi le linee guida» del Recovery plan italiano al parlamento, ha annunciato Gualtieri nel corso dell’audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.

Dunque, le centinaia di proposte di cui si parla, che arrivano dai diversi ministeri, riguardano in realtà una «fase totalmente superata»: il Governo sta lavorando su un piano che, per le sue dimensioni e il carattere di eccezionalità legato all’epidemia Coronavirus, «ci impone di essere all’altezza nell’utilizzare al meglio le risorse».

Ancor più deciso il premier, Giuseppe Conte: «se perdiamo la sfida del recovery plan mandateci a casa».

Come è noto, nell’ambito di Next Generation UE, all’Italia spettano 209 miliardi, di cui 81 miliardi a fondo perduto e 127 di prestiti. Gualtieri ha specificato che i sussidi verranno utilizzati «per conseguire un equivalente incremento netto degli investimenti nel periodo 2021-26», stimolando la crescita del PIL. Sul fronte dei prestiti, che «se non compensati da riduzione di altre spese» aumentano deficit e debito «il governo è orientato a massimizzare l’utilizzo delle relative risorse».

Molti dettagli sulle linee guida del piano sono già emersi.

Sette le aree di intervento: digitalizzazione e innovazione, green, competitività, mobilità, istruzione e formazione, equità sociale, sanità. Il criterio fondamentale nella selezione dei progetti, sottolinea il ministero dell’Economia, «è la loro capacità di rilanciare in modo strutturale la crescita, l’occupazione, di ricucire le fratture territoriali e sociali e di rendere l’Italia più equa e giusta».

Le tempistiche: il piano italiano verrà presentato all’Europa il 15 ottobre, e a quel punto inizierà «un’importante fase di dialogo informale» con la Commissione Ue, «quando presenteremo la prima bozza, in modo da portarci avanti e accelerare ulteriormente la predisposizione del piano finale e fare in modo che i tempi di approvazione da parte della Commissione saranno più rapidi possibile».