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Fashion renting, la sharing economy nell’armadio

di Anna Fabi

Pubblicato 8 Luglio 2019
Aggiornato 11 Luglio 2019 09:01

Abbigliamento a noleggio online e offline: trend internazionali, potenzialità di mercato, modelli di business, l'emergente startup DressYouCan.

«Non ho niente da mettermi»: la frase che esprime a difficoltà di scegliere l’abbigliamento più adatto a ogni occasione non ha più motivo di esistere. O almeno, questo potrebbe essere il nuovo scenario che si apre con il fashion renting, una nuova forma di sharing economy che sostanzialmente sfrutta internet per far decollare il business dei capi di vestiario in affitto.

Un segmento – il noleggio di abiti – che, secondo Allied Market Research nel 2023 varrà 1,9 miliardi di dollari. E che è coniugato al digitale risulta essere in forte ascesa, per una serie di ragioni analizzate da un recente studio che ha coinvolto oltre 30 testate internazionali, condotto da Espresso Communication per conto di DressYouCan, startup milanese che sta cavalcando questo fenomeno.

I principali vantaggi evidenziati:

  • un armadio virtuale a disposizione per trovare sempre l’outfit più indicato, con grande risparmio di tempo (secondo The Telegraph, le donne spendono in media quasi un anno della loro vita, più precisamente 287 giorni, a rovistare nell’armadio per decidere cosa indossare);
  • niente più insoddisfazioni e sensi di colpa derivanti dal fatto che, per dirla con la giornalista di moda statunitense Mignon McLaughlin «le donne di solito amano quello che comprano, ma odiano i due terzi di ciò che è nei loro armadi»;
  • possibilità di indossare sempre abiti diversi, anche nella quotidianità lavorativa (per esempio, in ufficio).

In realtà, il fashion renting ha anche vantaggi più pratici: non dover continuamente comprare vestiti nuovi ai figli in età della crescita, affrontare la gravidanza senza rifare l’armadio, trovare la mise perfetta per occasioni particolari (per le quali potrebbe essere eccessivo comprare qualcosa di nuovo). Il tutto, diciamolo, senza rinunciare la piacere dello shopping e risparmiando anche denaro.

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Riassume Caterina Maestro, fondatrice di DressYouCan: «con il fashion renting chiunque può realizzare il desiderio d’indossare capi d’alta moda per un’occasione speciale o semplicemente risolvere il quotidiano problema dell’outfit da ufficio affidandosi alle competenze di esperte fashion renter».

La forza del modello di business? La qualità e l’abbigliamento di classe alla portata di tutti con prezzi accessibili e con un sistema di noleggio online e offline semplice.

Con un po’ di malizia, le motivazioni sopra esposte a vantaggio dell’incontro fra moda e sharing economy, si potrebbero ribaltare, sottolineando invece i lati positivi di un armadio ben rifornito: tutte quelle ore passate a scegliere cosa mettersi, in fondo, non sono propriamente le più stressanti delle giornate di una donna. Così come può essere piacevole riscoprire un capo che, magari, è rimasto troppo tempo nell’armadio perché archiviato come “acquisto poco riuscito”.

In effetti, trovare motivi di critica alla possibilità di un armadio online illimitato è difficile, ma forse si perde un po’ il piacere di sperimentare combinazioni sempre nuove utilizzando i propri abiti, magari riuscendo a valorizzare con fantasia la camicetta o la gonna preferita.