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Export Made in Italy: i punti di forza

di Anna Fabi

Pubblicato 26 Aprile 2019
Aggiornato 10 Luglio 2019 19:23

I dati SACE che evidenziano un export Made in Italy in buona salute: il trend.

L’ultima analisi dell’Ufficio Studi di SACE “Che export tira?” fornisce utili indicazioni sui trend di maggiore successo dell’export italiano, con particolare riferimento alle aree geografiche, ai Paesi, ai raggruppamenti delle principali industrie e ai settori. Vengono altresì forniti i dati relativi ai risultati conseguiti nel mese di febbraio, quando l’export italiano di beni è aumentato del +3,4% rispetto allo stesso mese del 2018, un risultato che porta la media del primo bimestre al 3,2%.

Export nell’UE

SACE segnala che si tratta di un segnale positivo per il Made in Italy, in considerazione della congiuntura europea e internazionale, ma bisognerà attendere i prossimi mesi per capire realmente se questo trend si confermerà. saranno il vero banco di prova. L’area UE avanza a ritmi moderati con Francia e Germania tra le migliori destinazioni, mentre diminuisce l’export in Polonia e Rep. Ceca, due dei mercati “best performer” nel 2018, e calano le vendite in Spagna, seppur con significative eccezioni tra i settori.

Extra UE

Le vendite nell’area extra-UE sono state buone, soprattutto in Svizzera (+14,7%), India (+12,2%) e Giappone (+10,5%) e sono andate meglio della attese in Cina (+2,8%). In calo, invece, in Africa Subsahariana e Mercosur.

Crescono anche l’export verso gli Stati Uniti (+19,3%), grazie in particolare al forte contributo della cantieristica navale e della farmaceutica e Londra, in attesa degli sviluppi sul fronte Brexit. In flessione invece l’export verso la Turchia è in forte calo per effetto della recessione in atto nel Paese e del consistente deprezzamento della lira.

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Il trend

Per quanto riguarda il periodo dicembre – febbraio, si registra una certa stabilità rispetto al trimestre precedente (-0,2%) e a febbraio, rispetto
a gennaio, la flessione è stata dell’1,1%.

 

Che export tira?

I beni di consumo registrano l’incremento più significativo (+7,6%), in particolare quelli non durevoli (+8,6%, contro il +2,5% dei durevoli).

A seguire i beni strumentali (+2,7%), in miglioramento rispetto al mese di gennaio quando l’incremento era dell’1,4%.

A livello settoriale sono due le eccellenze del Made in Italy tradizionale: food (+7,8%, con ottime performance in Germania, Romania e Paesi Asean) e moda, che registra forti incrementi delle vendite in Cina, Francia e Svizzera.

In calo dell’export di autoveicoli. Bene invece la farmaceutica, i mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi) e la meccanica strumentale (+4,1%), che si conferma il principale settore italiano per le esportazioni, con aumenti di circa il +20% in Giappone, India e Stati Uniti.