“Domanda di lavoro e retribuzioni nelle imprese italiane“: è l’ultimo Rapporto Unioncamere sulle imprese private, secondo cui il mercato del lavoro italiano sembra aver tenuto discretamente nonostante la crisi, invertendo la tendenza al taglio dei costi e del personale (-10,2%) dello scorso anno.
Per il 2010 si prevedono assunzioni da parte di 282mila imprese (18,6% del totale) per un totale di 802.160 nuovi assunti (+2,6% sul 2009).
Le aziende sembrano voler in questa nuova fase puntare su sviluppo organizzativo (+13%), miglioramento delle competenze dei lavoratori (+11,4%), politiche retributive (+7,1%) e relazioni sindacali (+2,3%).
A fine aprile si era già raggiunta quota 350mila reclutamenti e 250mila azioni concrete di ricerca avviate. Le più ricercate sono le figure professionali qualificate: la richiesta di diplomati passa dal 40,5% del 2009 al 42,4% del 2010; quella di laureati dal 10,6% all’11,9%; quella di figure genericamente high skill dal 16,2% al 17,8%.
Sforzi che sicuramente indicano una volontà di uscire dalla crisi ma che non cambiano la difficile situazione che ha fatto soccombere l’economia e che in Italia porterà a un bilancio occupazionale per cui a fine 2010 si conteranno -178.400 dipendenti in meno rispetto all’anno scorso.
Per quanto concerne le retribuzioni lo scenario è in chiaroscuro: il livello medio degli stipendi nel 2009 è stato pari al +2% rispetto al 2008 (25.980 euro lordi l’anno), per quanto meno della metà del triennio 2003-2006 (in media +4,5% annuo). Ancora peggio le retribuzioni medie delle donne, pari a 24.010 euro, cioè il 13% in meno dei colleghi.
Infine, anche a livello geografico i tradizionali gap non vengono meno: le retribuzioni nel Mezzogiorno restano fermo a 23.390 euro medi, contro i 27.650 euro del Nord-Ovest.