Il livello di cultura finanziaria in Italia sarebbe così basso da portare l’ABI addirittura a lanciare l’allarme, in occasione di una audizione al Senato.
Otto Italiani su dieci non conoscono le regole dei cambi di interessi e non comprendono quali effetti questi possano avere sui propri risparmi.
Una situazione che poco si concilia, secondo il direttore generale dell’ABI Giovanni Sabatini, con le complessità che i nuovi scenari impongono ai consumatori e che si cerca di contrastare da tempo.
Dal 2004 ad oggi, infatti, l’Associazione Bancaria Italiana, ha speso un miliardo di euro l’anno in formazione, essendo fermamente convinta che «l’educazione finanziaria sia una condizione necessaria per garantire l’efficienza dei mercati finanziari, nonchè una competenza fondamentale per i consumatori».
A queste conoscenze però si dovrebbero però aggiungere azioni nel campo della protezione dei consumatori e della regolamentazione, perchè lobiettivo di una corretta educazione finanziaria è sì la tutela dei consumatori, ma anche la crescita del mercato italiano.
Infatti, »un consumatore con un adeguato livello di educazione finanziaria può contribuire a rendere più efficiente l’industria finanziaria facendo aumentare la pressione concorrenziale sugli operatori, stimolando e premiando il valore dell’innovazione, esigendo migliore qualità«. E tutto questo è tanto più vero quanto più i mercati ed i servizi diventano sofisticati e complessi.
Dunque l’educazione finanziaria è un elemento chiave per un funzionamento corretto dell’economia.