Bankitalia: imprese in successione? Cala la reddività

di Chiara Bolognini

16 Luglio 2008 16:00

Da uno studio di Bankitalia emerge che se l'impresa viene lasciata in eredità ai diretti successori cala la redditività. Meglio manager esterni

Se siete imprenditori in procinto di andare in pensione e avete deciso di lasciare l’attività in mano ai vostri diretti successori, pensateci su due volte: le imprese in successione potrebbero soffrire di un calo di redditività.

Dalla ricerca empirica

Successione familiare e performance d’impresa: evidenze dalle imprese familiari italiane
, infatti, realizzata da esperti di settori della Banca d’Italia, emerge chiaramente che la successione – criterio che non tiene conto della effettiva propensione per il ruolo manageriale, degli skill necessari e della migliore formazione per soddisfare le priorità del core business di quella particolare impresa – può minare la redditività dell’impresa stessa.

Come dire che il talento e il fiuto per gli affari non si trasmettono per via ereditaria, e passare il timone al parente può causare più danni che vantaggi.

La ricerca Bankitalia, condotta da Marco Cucculelli e Giacinto Micucci, è stata condotta analizzando un campione di 3.500 imprese manifatturiere – comprese Pmi – distribuite fra 4 regioni, Veneto, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo, verificando risultati e performance nell’arco di un decennio.

Il risultato è senza appello: nei 220 casi in cui il fondatore dell’impresa abbia lasciato il comando a un diretto discendente si è verificata una evidente flessione della redditività.

La situazione migliora, invece, se l’eredità viene affidata alla gestione di un top manager esterno più orientato a un approccio puramente “pro business” e pronto ad attuare i cambiamenti necessari a un’eventuale ristrutturazione di un’impresa che navighi in cattive acque.