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Lavoro 4.0 in Legge di Bilancio 2018

di Barbara Weisz

Pubblicato 6 Settembre 2017
Aggiornato 7 Settembre 2017 10:15

Decontribuzione strutturale per i giovani al 50% fino 4mila euro, taglio del cuneo fiscale, riqualificazione 4.0: tavolo sul lavoro in vista della Legge di Bilancio.

Decontribuzione strutturale per le assunzioni dei giovani al 50%, assegno di ricollocazione anche per i cassintegrati, incentivi per il Lavoro 4.0: sono i temi al centro del tavolo sul lavoro tra Governo e sindacati riunitosi il 5 settembre, nel corso del quale i rappresentanti dell’Esecutivo hanno discusso con Cgil, Cisl e Uil delle misure da inserire nella Legge di Stabilità 2018.

I prossimi incontri, fissati per il 7 e 13 settembre, proseguiranno invece con l’altro capitolo aperto all’interno del negoziato, relativo alle pensioni.

=> Pensioni INPS, salario minimo e contributi ai giovani

Sgravi assunzione

La priorità è rappresentata dalle pensioni dei giovani: il Governo ha proposto una decontribuzione al 50% per i primi tre anni di assunzione a contratto a tempo indeterminato. Non si tratta, come nelle passate manovre, di una misura temporanea, ma di un intervento strutturale. E’ aperto il negoziato sull’età dei giovani a cui applicare il beneficio, che potrebbe arrivare fino a 32 anni, e sul tetto massimo (intorno ai 4mila euro).

La misura sarebbe accompagnata da una sorta di norma anti-licenziamento, per impedire alle imprese un utilizzo distorto del beneficio, e si applicherebbe anche alla trasformazione a tempo indeterminato dei contratti a termine.

Non è l’unica misura per l’occupazione giovanile prevista nella prossima Legge di Bilancio: si studiano misure per potenziare l’occupabilità dei ragazzi, anche facendo leva sul rafforzamento del sistema duale.

Ri-qualificazione

In manovra ci sarà poi un capitolo lavoro dedicato a Industria 4.0, con incentivi specifici (l’ipotesi è quella di un incentivo alla formazione per la riqualificazione dei lavoratori in chiave 4.0), e misure per le politiche attive.

In particolare, si pensa di potenziare l’assegno di ricollocamento (che consente a chi è senza lavoro di accedere a un piano di ricollocamento gestito dai centri per l’impiego, che incassano poi il voucher nel momento in cui il disoccupato trova nuova occupazione). Attualmente è riservato a coloro che percepiscono la NASpI da almeno quattro mesi, mentre l’ipotesi è quella di prevederlo anche per i lavoratori in cassa integrazione, utilizzandolo anche per risolvere crisi aziendali, in modo da favorire la ricollocazione del personale in esubero.

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, condivide poi:

«la proposta del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca di potenziare gli ITS, in quanto avvertiamo come le imprese abbiano bisogno di personale dotato di competenze tecniche».

Cgil, Cisl e Uil in generale salutano positivamente l’apertura del governo sulla decontribuzione ma insistono per misure più incisive che riguardino tutti i lavoratori, ad esempio un taglio strutturale del cuneo fiscale. Il negoziato prosegue, l’idea è quella di arrivare a un accordo entro la fine di settembre.