Decorrenza pensioni: come funzionano le finestre

di Barbara Weisz

Pubblicato 31 Agosto 2022
Aggiornato 13 Settembre 2022 08:30

Finestre mobili per la pensione: requisiti e regole sulla decorrenza per tutte le forme di uscita dal mondo del lavoro.

La riforma pensioni Fornero ha introdotto delle finestre temporali trimestrali per la decorrenza del trattamento, che riguardano alcune formule di uscita anticipata dal mondo del lavoro, con regole a volte complesse. La pensione di vecchiaia non prevede invece finestre tra il momento di maturazione del diritto (fino al 2026 è pari a 67 anni di età con 20 anni di contributi) e quello di decorrenza dell’assegno.

Ecco un quadro riassuntivo per capire quando decorre effettivamente la pensione in base alle diverse opzioni (sia quelle introdotte dalla riforma sia quelle precedenti).

Pensione anticipata

La riforma pensioni del 2019 ha introdotto finestre trimestrali fra la maturazione del diritto e la decorrenza del trattamento. La norma di riferimento è l’articolo 15 del decreto 4/2019, in base al quale «il trattamento pensionistico decorre trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei predetti requisiti». Chi perfeziona il diritto alla pensione anticipata, quanto meno non applica gli scatti legati alle aspettative di vita. Quindi il requisito resta di 42 anni e dieci mesi per gli uomini, un anno in meno per le donne.

Quota 100-102

Il pensionamento agevolato che si raggiunge con 62 anni di età e 38 di contributi si è applicato in via sperimentale solo per il triennio 2019-2021. E’ prevista la finestra di tre mesi, per cui la decorrenza della pensione scatta a 90 giorni dalla maturazione del requisito. Nel pubblico impiego la finestra è di sei mesi. I dipendenti del comparto Scuola, per i quali la pensione decorre dal 1° settembre dell’anno in cui raggiungono i requisiti, devono aver comunicato le dimissioni entro i termini ministeriali.

Per il 2022 si applicano le stesse regole anche per la Quota 102, che richiede due anni in più per lasciare in anticipo il mondo del lavoro.

Opzione Donna

Ad oggi, l’Opzione Donna permette  di andare in pensione alle lavoratrici che hanno maturato 35 anni di contributi con 58 anni di età se dipendenti, 59 se autonome. Per la decorrenza, continuano ad applicarsi le precedenti regole, per cui la finestra temporale è pari a 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e a 18 mesi per le autonome.

La Legge di Bilancio ha esteso di un anno il beneficio, ampliando la platea delle beneficiarie. Ci si attende una nuova proroga di un anno per il 2022, con la prossima Manovra o con la tanto attesa nuova riforma delle pensioni, che trovi delle soluzioni alternative al post Quota 100-102.

Lavoratori precoci

I precoci possono ritirarsi con 41 anni di contributi (Quota 41). Anche in questo caso, c’è una finestra trimestrale fra la maturazione del requisito e la decorrenza della pensione. Ricordiamo che i lavoratori precoci devono avere almeno un anno di contributi versati entro il compimento dei 19 anni di età e ricadere in una delle  tipologie di lavoratori previste dalla legge 232/2016, comma 199 (disoccupati che hanno terminato il sussidio da almeno tre mesi, caregiver, lavoratori con disabilità pari almeno al 74%, lavoratori gravosi).

APe Sociale

La possibilità di ritirarsi utilizzando l’APE sociale riguarda lavoratori con almeno 62 anni di età e 30 o 36 anni di contributi a seconda della tipologia a cui appartengono, fra le quattro previste dai commi 179 e seguenti della legge 232/2016, più le estensioni concesse per il solo 2022 dalla scorsa Manovra. Non si applicano finestre temporali: l’APe Sociale decorre dal primo giorno successivo a quello della presentazione della domanda di accesso al beneficio.

Pensione usuranti e gravosi

Le finestre mobili, per chi sceglie la pensione lavori usuranti, state abolite nel 2018. I requisiti sono rimasti parimenti quelli precedentemente previsti: si parte da quota 97,6 (35 anni di contributi e 61 anni e sette mesi di età) per gli addetti alle mansioni usuranti previste dall’articolo 1 del dlsg 67/2011, che devono essere svolte per almeno sette anni negli ultimi dieci oppure per la metà della vita lavorativa.

Per i lavoratori addetti a mansioni gravose c’è l’esclusione dalle aspettative di vita. Quindi, il diritto alla pensione di vecchiaia per i lavoratori addetti a mansioni gravose resta a 66 anni e sette mesi, quello alla pensione anticipata a 42 anni e dieci mesi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne. Le mansioni gravose sono 15, e sono elencate nell’allegato b della legge 205/2017.

Riassumiamo in tabella tutte le sopracitate regole sulla decorrenza pensioni:

Tipologia  pensione Finestra di decorrenza
Pensione di vecchiaia nessuna
Pensione anticipata tre mesi
Quota 100 tre mesi
Opzione Donna 12 mesi per le dipendenti, 18 mesi per le autonome
Lavoratori precoci tre mesi
APe Sociale nessuna
Pensione usuranti e gravosi nessuna