Ritardo pagamenti PA: i debiti gravano sulle PMI dei Servizi

di Barbara Weisz

Pubblicato 15 Marzo 2013
Aggiornato 18 Marzo 2013 16:34

Confcommercio calcola il peso dei debiti della PA sulle PMI: il 75% grava sulle imprese dei Servizi, mentre non decolla neanche la certificazione dei crediti, anche a causa di un sistema con troppe falle.

Sono le PMI dei Servizi a soffrire maggiormente per il ritardo dei pagamenti della PA nei confronti delle imprese. Secondo Confcommercio, nella misura del 75%.

Su 80 miliardi di euro di debiti (pari al 5%del PIL) maturati nel 2011,  solo il 24,9% riguarda le imprese industriali: il resto grava su quelle dei Servizi (60 mld).

Più nel dettaglio, il 19,2% del debito pesa su commercio, alberghi e ristorazione, il 27,1% su trasporti e comunicazioni, e il 28,8% su altri servizi per imprese e famiglie (fonti: Banca d’Italia e Istat).

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Dopo l’SOS lanciato da Confindustria e dai costruttori dell’ANCE, anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ed il ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera hanno invocato lo sblocco dei fondi necessari per saldare i debiti:  «vanno pagati, punto. E le risorse devono essere trovate».

Uno dei punti deboli tra le attuali misure di contrasto riguarda il funzionamento a rilento del sistema di certificazione dei crediti, che non ha dato grandi risultati, in quando fino a dicembre ancora tutto su cartaceo e solo dal 2013 passato su piattaforma elettronica.

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«Non tutte le amministrazioni sono collegate», ha tuttavia ammesso Passera, e questo è un problema che va risolto: tutti gli enti locali devono iscriversi al sistema, in modo che la certificazione funzioni in modo quasi automatico.

Sarebbe già un passo avanti, visto che la certificazione permette anche di ottenere una anticipazione del credito dalla banca o una compensazione con i debiti fiscali.

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Nei giorni scorsi, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, ha portato la questione all’attenzione della presidenza della Repubblica, nel corso di un colloquio al Quirinale con Giorgio Napolitano, insieme alle altre problematiche del mondo delle imprese alle prese con la crisi.

Il Capo dello Stato ha risposto sottolineando l’urgenza delle misure «volte a rendere possibile lo sbocco dei pagamenti dovuti dalle Pubbliche amministrazioni a una vasta platea di aziende. Queste ed altre misure dovranno essere definitele  rapidamente attraverso le necessarie intese in sede europea, sollecitate dall’Italia e divenute ormai improcrastinabili».

L’Italia ha già recepito la Direttiva europea che obbliga le Pa a pagare le imprese entro 30 giorni, con deroghe fino a 60 giorni in casi particolari, direttiva che comunque tutti gli stati membri sono tenuti a rispettare dal 16 marzo.

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Il vicepresidente della commissione Antonio Tajani ha annunciato che sono allo studio ulteriori misure in vista per sbloccare anche i pagamenti arretrati.