Tratto dallo speciale:

Cloud Computing alleato delle PMI: scenari, sfide e opportunità

di Anna Fabi

Pubblicato 25 Ottobre 2021
Aggiornato 4 Ottobre 2023 07:57

Il Cloud consente una gestione delle risorse IT semplificata, innovativa e scalabile, incentivando la crescita delle PMI in chiave digitale.

Le competenze chiave per gestire il Cloud

Il Cloud rappresenta un valido alleato per la crescita delle PMI in chiave digitale, tuttavia, una delle sfide più ardue da superare riguarda la carenza di professionalità ad hoc che possano portare avanti il cambiamento con successo. Entrando stabilmente nelle aziende, la tecnologia Cloud ha generato la richiesta di nuove figure specializzate focalizzando l’attenzione su specifiche hard e soft skills.

È proprio sulle competenze che si basa Operazione Risorgimento Digitale, la grande alleanza con oltre 40 partner di istituzioni e imprese promossa da TIM per favorire la diffusione della cultura digitale nel Paese e per offrire contenuti formativi e divulgativi focalizzati sulle principali tematiche tecnologiche. Focalizzando l’attenzione sulle potenzialità del Cloud in ambito Business, gli esperti Alfredo Nulli di Noovle, la cloud company del Gruppo TIM, e Mattia Poretti di Google Cloud, condividono il webinar dal titolo I vantaggi del Cloud per le PMI.

Ai professionisti delle PMI Operazione Risorgimento Digitale offre Digital Skills, il corso di formazione in modalità elearning che prevede la certificazione con rilascio dell’Open Badge. La fruizione dell’intero percorso attesta l’acquisizione delle 21 competenze digitali relative alle 5 aree di competenza del Framework DigComp 2.1: Informazione, Comunicazione, Creazione di contenuti, Sicurezza e Problem Solving. La partecipazione è gratuita. Per iscriverti vai QUI

Il Cloud Computing è considerato la tecnologia abilitante per la digital transformation, uno dei pilastri su cui si basa il processo di integrazione del digitale in una pluralità di ambiti, destinato a generare innovazione nel settore pubblico e a cambiare il modus operandi delle imprese.

Tutte le soluzioni Cloud, infatti, sono progettate per semplificare i processi, incrementare la produttività e creare vantaggi di tipo economico. Facendo riferimento alla definizione del NIST (National Institute for Standards and Technology), il Cloud Computing rende accessibile un insieme di risorse ICT sia hardware sia software, servizi on demand forniti in rete e rilasciati richiedendo un minimo sforzo da parte dell’utente.

È proprio la scalabilità del Cloud a ridurre complessivamente i costi delle infrastrutture tecnologiche, rendendo possibile la migrazione in remoto di software, documenti e applicazioni in modo da ottenere notevole flessibilità e un concreto vantaggio competitivo, anche a beneficio della piccola e media impresa italiana.

Scenari e trend del Cloud

L’adozione di soluzioni Cloud Computing da parte delle PMI genera benefici notevoli in termini di risparmio economico, sicurezza dei sistemi, capacità di andare incontro ai repentini cambiamenti imposti dal mercato, riduzione degli oneri operativi che gravano sui dipendenti a favore di una maggiore concentrazione sul core business.

A dare una spinta alla diffusione del Cloud nelle PMI è stata l’emergenza Covid, portando l’adozione di questa tecnologia fino al 40% dopo anni di stallo al 30%: affidandosi ai servizi Cloud, infatti, molte imprese sono riuscite a restare operative durante la pandemia. Sono dati forniti dall’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, che sottolinea come nel 2020 il Public & Hybrid Cloud (vale a dire i servizi forniti da provider esterni e l’interconnessione tra Cloud pubblici e privati) sia cresciuta oltre il 30% tanto da valere due miliardi di euro.

Tipologie di Cloud e modelli di servizi

Cloud privato, pubblico, ibrido e Multicloud: quali sono le differenze? Si tratta di tipologie di distribuzione del Cloud differenti e basate su diverse modalità di erogazione dei servizi.

Nel Cloud pubblico l’infrastruttura fa capo al service provider, che rilascia servizi condivisi da più utenti e accessibili a consumo. È un’opzione scalabile e non richiede investimenti infrastrutturali. Il Cloud privato prevede che l’infrastruttura dedicata risieda presso l’azienda, che ne esercita il totale controllo e deve sostenerne i costi fissi. Il Cloud ibrido, infine, unisce i servizi pubblico e privato e rappresenta la soluzione maggiormente flessibile e versatile, caratterizzata da una spesa variabile.

Quando si parla di Multicloud, invece, si intende l’utilizzo congiunto di due o più servizi Cloud forniti da Cloud provider diversi: è una strategia certamente più complessa da attuare ma efficace per azzerare i rischi, così come per poter scegliere tra una pluralità di servizi costantemente aggiornati.

Per quanto riguarda i modelli di servizi Cloud, invece, è possibile distinguere tra tre paradigmi principali che richiedono una specifica ripartizione di responsabilità tra l’utente e il fornitore del servizio.

  • Infrastructure as a Service (IaaS): l’infrastruttura IT viene fornita direttamente agli utenti, che possono controllare e gestire le risorse IT utilizzandole in modo scalabile in base alle necessità del Business;
  • Platform as a Service (PaaS): il provider mette a disposizione piattaforme ottimizzate per l’’erogazione di applicazioni Cloud, mentre l’utente è tenuto a gestire solo alcuni aspetti che non comprendono l’infrastruttura di base.
  • Software as a Service (SaaS): in questo caso il fornitore Cloud offre all’utente applicazioni pronte all’uso, accessibili on demand attraverso la rete Internet e caratterizzate da una spesa basata sul consumo effettivo.