Nell’ultimo anno l’utilizzo dei device all’interno delle imprese italiane è cresciuto del 9%. Questo dato è emerso da una ricerca condotta dall’Osservatorio New Tablet & Business Application della School of Management del Politecnico di Milano su un campione di 230 Cio (Chief Information Officer), ovvero i responsabili dei sistemi informativi, nell’ambito di medie e grandi imprese italiane.
Sembra infatti che i tradizionali notebook vengano rimpiazzati dai più moderni e maneggevoli tablet, soprattutto dalle figure dei venditori, con una percentuale del 43% e dagli executive, con il 23%. Secondo la ricerca il 56% dei Cio utilizza new tablet in azienda con risposta positiva da parte del 66% degli utenti. Diversamente le aziende che non ritengono opportuno inserire questi nuovi dispositivi, solo il 7% rispetto al 26% dello scorso anno, i ¾ non hanno personale in mobilità da sostenere e agevolare.
I sistemi operativi più utilizzati sono in ordine Apple seguito da Android, QNX e Windows, a seconda delle scelte aziendali (80%), anche se, in alcuni casi (20%), le aziende lasciano la scelta ai dipendenti secondo il paradigma Bring Your Own Device, che permette all’utente di personalizzare i propri dispositivi mobili. L’utilizzo dei nuovi apparecchi comporterebbe numerosi benefici a livello aziendale, oltre a una effettiva maggiore portabilità e comodità in termini di spazio e maneggevolezza rispetto ai tradizionali notebook, la possibilità di personalizzare e sincronizzare diverse Apps con i sistemi operativi aziendali e una maggiore sicurezza dei dati, migliorata grazie al Remote Wipe (41%), ovvero la possibilità di cancellare, da remoto, tutti i dati presenti nel dispositivo in caso di furto.
Secondo il direttore degli Osservatori Ict della School of Management del Politecnico di Milano Andrea Rangone: “Per un Cio su tre la mobility è la top priority già da quest’anno mentre lo sarà addirittura per 1 CIO su 2 nel prossimo anno”. Partendo dal presupposto che l’innovazione tecnologica è parte fondamentale del successo di un’impresa, Rangone riporta alcuni dati: “Le 50 imprese più grandi al mondo per capitalizzazione in borsa sono legate al mondo digitale, quindi una su tre, e la prima è la Apple”.
Nonostante 2 Cio su 3 affermino che l’innovazione e lo sviluppo delle competenze in questo settore sono destinati ad apportare vantaggi competitivi sia nel breve che nel lungo periodo, le aziende italiane non sono ancora del tutto sdoganate verso una cultura dell’innovazione tecnologica.