Perché Linux è più sicuro di Windows (ma lo è?)

di Marco Buratto

Pubblicato 24 Agosto 2010
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:47

Prendendo spunto da un articolo del celebre PCWorld, torniamo sull’annoso dibattito che mai ha visto un vincitore definitivo (sebbene Microsoft nel passato abbia fatto il possibile per far parlare male di sé in tal senso): per costruzione, qual è più sicuro tra i due sistemi, Windows o Linux?

Secondo PCWorld, la prima motivazione per la quale Linux sia più sicuro di Windows risiede nel suo sistema di permessi: dato che Windows (si legge) dà di default permessi amministrativi e (le distribuzioni) Linux no, il secondo è vincente.

Siamo tutti d’accordo sulla questione: minori diritti implicano minor impatto del malware in caso di exploit, tuttavia, l’asserzione di PCWorld è sbagliata: i nuovi sistemi Windows danno accesso (potremmo dire) pseudo-amministrativo, ove lo spazio di manovra dell’utente è separato da quello dell’amministratore dallo UAC.

La seconda motivazione che favorisce i sistemi Linux in quanto a sicurezza, sempre secondo PCWorld, è loro bassa percentuale di diffusione tra i desktop: minor diffusione, minor disponibilità di malware creato appositamente per tale sistema. E ciò corrisponde senz’altro a verità, pur di non considerare il malware creato non tanto per il sistema operativo, quanto per i programmi che più diffusamente in esso girano (esempio lampante: i browser).

Infine, essendo Linux un sistema open source (oltre che free), il suo codice può essere esaminato da molte più persone, e molte persone scoprono i bug sulla sicurezza in maniera molto più veloce (ed evitano che un security hole in un sistema chiuso possa rimanere nascosto per anni ad esclusivo vantaggio di chi l’abbia casualmente scoperto).

Pur nella variabilità della realtà confrontata alla pura speculazione, l’asserzione risulta senz’altro vera.

Alla fine, chi vince? Ai lettori la parola.