Stipendio docenti: più tagli che incentivi, sciopero Scuola il 30 maggio

di Teresa Barone

Pubblicato 10 Maggio 2022
Aggiornato 10 Aprile 2024 07:16

Riforma del reclutamento docenti 2022: troppi tagli, pochi aumenti di stipendio, percorso a ostacoli per il posto a cattedra: sciopero Scuola il 30 maggio.

La riforma del reclutamento docenti comincia col piede sbagliato: l’elenco stilato dai sindacati sulle criticità ritenute insormontabili tocca 21 punti, che bruciano un po’ tutti, dal percorso sempre più a ostacoli per ottenere l’agognata cattedra ai drammativi tagli previsti per finanziare un sistema di formazione extra che già sulla carta è limitata ad una quota esigua di docenti.

Stipendio extra per pochi

Questo primo punto, ossia l’elemento retributivo una tantum, accessorio e agganciato ad uno stringente percorso formativo con tanto di doppia vlutazione, prevede l’avvio di un sistema di premialità basato sul superamento di corsi di formazione certificati, tuttavia a percepire questa aumento di stipendo extra stipendio non sarà probabilmente neanche la metà degli insegnanti. La Relazione tecnica di accompagnamento al Decreto n.46 pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 30 aprile, fa luce sul numero dei docenti coinvolti e sugli importi messi a disposizione.

Gli incentivi sullo stipendio – nella misura stabilita dalla contrattazione collettiva nazionale – potranno essere ottenuti solo dagli insegnanti che volontariamente (in orario extra lavorativo) frequenteranno percorsi formativi a partire dall’anno scolastico 2023/2024, con tanto di valutazione sia intermedia sia finale, finalizzata a verificare il raggiungimento di un adeguato livello di formazione rispetto agli obiettivi.

Come specifica la relazione tecnica di accompagnamento alla riforma del reclutamento, è possibile stimare il numero dei docenti beneficiari degli incentivi tenendo conto di alcuni fattori: il numero partecipanti annualmente alle attività formative organizzate dalle istituzioni scolastiche, pari a circa il 30% dei docenti di ruolo; le conseguenze della nuova normativa basata sulla premialità:

Si stima che, rispetto al dato storico sopra riportato, si possa ottenere un incremento pari al 10% della partecipazione, portando al 40% (pari a circa 280.000 unità) la platea dei docenti in formazione per ciascuno degli anni scolastici dal 2023/24 al 2032/33.

Precisamente, lo stipendio potrebbe essere integrato grazie alla formazione per 34.091 docenti della scuola dell’infanzia e 93.245 della primaria, per 58.148 insegnanti della scuola secondaria di primo grado e 93.928 colleghi attivi nella secondaria di secondo grado, per un totale di 279.412 unità di personale.

Riforma Scuola in Parlamento: i nodi

Il decreto attuativo sulla riforma 2022 del reclutamento insegnanti inizia il suo iter parlamentare martedì 10 maggio. I punti su cui certamente si discuterà in maniera accesa saranno non soltanto quelli legati agli aumenti di stipendio extra riservati ad una quota minoritaria della platea dei potenziali beneficiari ma anche tantissmi altri.

Taglio cattedre per finanziare gli incentivi

Occhi puntati sulle modalità con cui si finanzia questo incentivo (Fondo per l’Incentivo alla Formazione): con il taglio di oltre 12mila cattedre:

  • 1.695 posti al 1° settembre 2026;
  • 2.092 posti al 1° settembre 2027;
  • 2.328 posti al 1° settembre 2028;
  • 2.289 posti al 1° settembre 2029;
  • 2.143 posti al 1° settembre 2030;
  • 2.028 posti al 1° settembre 2031.

I tagli riguardano infanzia primaria, scuola primaria di primo grado e soprattutto scuola secondaria di secondo grado, su posti in organico di diritto (immissioni in ruolo, supplenze al 31 agosto, trasferimenti di docenti di ruolo, assegnazioni provvisorie).

Carta Docente a rischio tagli

L’elemento retributivo una tantum per incrementare l’accesso ai percorsi formativi di tutti gli insegnanti di ruolo, di ogni ordine e grado del sistema scolastico, prevede anche ulteriori tagli: quello della Carta del Docente, le cui risorse saranno dirottate sulla nuova Scuola di Alta Formazione per gli anni dal 2027, a meno di non trovare altri fondi.

Sciopero Scuola il 30 maggio: i motivi

I tantissimi punti critici della riforma del reclutamento insegnanti 2022 ha portato i sindacati (Cisl, Flc Cgil, Uil, Snals e Gilda), dopo vani tentativi di conciliazione, a indire uno sciopero nazionale per lunedì 30 maggio con le seguenti richieste.

  1. Stralcio dalla riforma delle parti di natura contrattuale.
  2. Avvio del rinnovo del Contratto.
  3. Equiparazione retributiva del personale della scuola agli altri dipendenti statali di pari qualifica e titolo.
  4. Revisione e l’adeguamento dei profili ATA.
  5. Meno burocrazia nel lavoro dei docenti.
  6. Formazione nella sfera di competenza dell’autonomia scolastica e del collegio docenti.
  7. Revisione parametri di attribuzione organici alle scuole per il personale docente, educativo e ATA.
  8. Rduzione del numero di alunni per classe.
  9. Limite di novecento alunni per scuola.
  10. Modalità specifiche di reclutamento e stabilizzazione sui posti in organico di fatto.
  11. Modalità semplificate di accesso al ruolo per chi vanta una consistente esperienza di lavoro.
  12. Organico straordinario di personale per gestire le emergenze 2022-23.
  13. Reintegrazione dell’utilità del 2013.
  14. Un Assistente Tecnico in ogni scuola del primo ciclo.
  15. Disciplina in sede di rinnovo CCNL dei criteri per la mobilità con eliminazione di vincoli.
  16. Incremento organico Collaboratori scolastici di 2.288 unità.
  17. Concorso per Assistenti Amministrativi Facenti funzione di DSGA con tre anni di servizio sprovvisti di titolo specifico.
  18. Emanazione bando di concorso per DSGA.
  19. Semplificazioni per le segreterie rispetto a compiti impropri (pensioni, ricostruzione di carriera, graduatorie di istituto) re-internalizzando le competenze dell’Amministrazione scolastica.
  20. Revisione del regolamento sulle supplenze ATA.
  21. Ricognizione sullo stato di attuazione delle posizioni economiche.

=> Concorso ordinario Scuola: ricorso docenti contro prove scritte

Reclutamento insegnanti: cosa cambia

Il testo della riforma prevede un modello integrato di formazione e di abilitazione dei docenti, con formazione iniziale di abilitazione, concorso ordinario Scuola e poi formazione continua (in tutto sono previsti fino a 5 esami).

  • un percorso universitario abilitante con prova finale corrispondente (60 crediti formativi universitari o accademici);
  • un concorso pubblico nazionale, indetto su base regionale o interregionale;
  • un periodo di prova in servizio di durata annuale con test finale e valutazione conclusiva.

Fase transitoria 2022-2024

  • i precari con tre anni di servizio vincitori di concorso saranno messi sotto contratto part-time e nel frattempo svolgeranno un periodo di formazione per acquisire i 30 CFU mancanti (una parte tramite tirocinio), con esame finale ottenere il titolo abilitativo.
  • laureati e precari senza tre anni di servizio potranno conseguire i primi 30 CFU e poi accedere al concorso pubblico, proseguendo con il percorso indicato.

=> Contratto Scuola 2022: aumento stipendio docenti e ATA

Stipendi Scuola: i nuovi scatti

Oltre alla possibilità di accedere all’incentivo salariale legato alla formazione, è prevista una progressione salariale di anzianità in cinque scatti: il primo dopo quattro anni e i successivi ogni cinque anni. Al termine di ogni livello raggiunto è necessaria una verifica collegata al profitto scolastico degli alunni. La progressione salariale sarà stabilita dalla contrattazione nazionale (CCNL Scuola).