Quando si parla di responsabilità sociale d’impresa si tocca, inevitabilmente, il terreno delicato che circonda tematiche spinose come discriminazione, pari opportunità e diversità più in generale: tutti valori aggiunti e fattori di sviluppo per le aziende.
La brand reputation, così come lo sviluppo aziendale, è influenzata in modo decisivo anche dalle politiche di non discriminazione interne alle imprese, che entrano a pieno diritto all’interno delle strategie finalizzate a favorire la CSR (Corporate social responsibility). A illustrare nel dettaglio le dinamiche aziendali in materia è la seconda edizione dello studio di Viageo (società specializzata in sostenibilità e responsabilità sociale d’impresa) effettuato su un campione di 539 aziende europee e presentato durante l’incontro “La diversità come vantaggio competitivo”, organizzato dall’Osservatorio CRS della Chambre Française de Commerce et d’Industrie en Italie.
L’analisi mostra il comportamento delle aziende europee – appartenenti a 34 settori produttivi differenti – monitorate in un lasso di tempo da va dal febbraio 2008 all’agosto 2009: in tutte le nazioni prese in considerazione sono in vigore le convenzioni dell’ILO (International Labour Organization) sulla non discriminazione.
È interessante notare come, attribuendo un punteggio specifico a ciascun Paese, l’Italia figuri al quarto posto della classifica delle aziende che si sono attivate per migliorare la sostenibilità, le condizioni delle risorse umane e, soprattutto, hanno avviato varie forme di prevenzione contro qualsiasi manifestazione discriminatoria.
Adottare una politica di non discriminazione rappresenta una strategia di crescita ormai consolidata: ma quali sono gli effettivi vantaggi per le aziende? Si è già parlato dei benefici che può trarre la reputazione aziendale, sempre più legata dal “comportamento” dell’azienda più che dalla qualità dei suoi prodotti. Ma da non sottovalutare sono i vantaggi che apporta una certa “diversità” nell’organico, basti pensare a quanto può essere produttivo un team di lavoro composto da individui provenienti da ambienti differenti, sia che si parli di generi sessuali sia di background culturale.
Per quanto concerne l’Italia, infine, una menzione particolare ha ricevuto la Pirelli, definita tra le migliori aziende della penisola dal punto di vista della non discriminazione. La Group Sustainability Manager dell’azienda di Marco Tronchetti Provera, Eleonora Pessina, ha dichiarato che: “Pirelli rappresenta un contesto multinazionale dove il patrimonio di diversità è davvero importante. Per noi la gestione di questo patrimonio è essenziale, rappresenta una fonte di creatività e si traduce in vantaggio competitivo“.