I programmi di welfare aziendale rappresentano una strategia per ridurre la spesa relativa al personale o sono realmente pensati per favorire il benessere delle risorse umane? La maggioranza dei dipendenti sembra sostenere la prima delle due ipotesi, stando a quanto si evince dal “Rapporto Welfare 2015” di OD&M Consulting.
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Sebbene siano prevalentemente le multinazionali a investire nei piani di welfare, i lavoratori pensano che questa scelta derivi dalla volontà di risparmiare sui costi. L’indagine rivela come aumenti la percentuale di aziende che inserisce programmi di welfare all’interno della contrattazione integrativa di secondo livello, così come quella delle imprese che beneficiano delle agevolazioni fiscali esistenti.
La scelta della tipologia di servizi da concedere ai dipendenti (part-time, telelavoro, ticket restaurant, convenzioni, aspettativa non retribuita, banca ore, job sharing, spese mediche pagate, assicurazioni sanitarie e altro), dipende spesso dagli esiti dei programmi di fattibilità e talvolta dai consigli di esperti qualificati, come si legge nel report:
«I risultati dell’analisi ci portano a pensare che nelle aziende vi sia consapevolezza che realizzare un piano di welfare aziendale è un processo complesso, e questo ha spinto molte di esse ad appoggiarsi a fornitori esterni. Tutte le imprese che hanno fatto ricorso a un professionista esterno per implementare il sistema di welfare ne riconoscono l’utilità. Più dell’80% delle aziende rispondenti afferma che il loro supporto è stato utile e di queste circa il 20% lo ha ritenuto essenziale.»
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