Giungono segnali incoraggianti sul fronte della cassa integrazione (Cig) nel nostro paese. Stando alle ultime rilevazioni effettuate dalla Cisl, tra dicembre 2009 e gennaio 2010 le ore autorizzate di Cig sarebbero diminuite di circa 17 punti percentuali. Dai 101,8 milioni di ore dell’ultimo mese dello scorso anno si è dunque passati agli 84,5 milioni di ore del mese di gennaio da poco terminato. Una riduzione sensibile e riscontrabile, con declinazioni diverse, in tutte le tipologie di cassa integrazione.
Per la cassa ordinaria la flessione si è rivelata particolarmente accentuata e pari a circa -20,78%, in calo da settembre, mentre per la cassa straordinaria il valore si è attestato intorno ai -14,83 punti percentuali. In contrazione anche la cassa in deroga giunta a -11,16% e dunque in controtendenza rispetto alle rilevazioni precedenti in continua crescita. «Gli 84,5 milioni di ore autorizzate in gennaio sono scomponibili in 39,5 milioni di cassa ordinaria, 25,1 milioni di cassa straordinaria, 19,8 milioni di cassa in deroga» si legge nel rapporto da poco diffuso dalla Cisl e realizzato dal Dipartimento Politiche del Mercato e del Lavoro e Formazione del sindacato.
La riduzione da poco riscontrata giunge a distanza di quattro mesi difficili, dove il numero delle ore complessivamente autorizzate si era mantenuto stabile a testimonianza degli effetti della crisi sul mercato del lavoro e naturalmente della produzione di beni e servizi. Nel periodo di riferimento, la cassa integrazione ordinaria (Cigo) ha fatto registrare alcuni spostamenti apprezzabili riducendosi, con ripercussioni per la cassa straordinaria (Cigs) e per la cassa in deroga che erano invece aumentate. Tra dicembre e gennaio la Cigo si è ridotta del 20% tra gli operai e di 21 punti percentuali tra gli impiegati, mentre la Cigs ha fatto registrare una contrazione pari all’11% tra gli operai e del 19% tra gli impiegati.
«Si tratta di dati incoraggianti, in particolare per il ridursi dela pressione sulla cassa straordinaria che, con la crescita dei mesi scorsi, aveva segnalato una situazione di aggravamento delle crisi aziendali. È tuttavia prematuro interpretarli come segnale di tendenza, infatti potrebbe trattarsi di una frenata temporanea» sottolineano gli esperti della Cisl. Per la cassa in deroga, infatti, i risultati da poco messi in evidenza potrebbero essere legati anche al particolare periodo preso in considerazione e corrispondente alla scadenza del 2009.
Il sindacato ha anche fornito una prima serie di dati sull’effettivo utilizzo della cassa integrazione in rapporto alle ore autorizzate per l’intero 2009. Stando ai calcoli della Cisl, nell’anno da poco trascorso sui 918 milioni di ore autorizzate, le imprese italiane avrebbero utilizzato circa il 56% del dato complessivo, una prestazione ben distante dal 73% registrato nel corso del 2008.
I dati relativi alle dinamiche regionali confermano quanto registrato in ambito nazionale, naturalmente con sfumature diverse. In Piemonte, per esempio, il calo complessivo delle ore di cassa integrazione ha superato i 28 punti percentuali, mentre in Lombardia si è attestato intorno al 10%. Veneto e Trentino Alto Adige si collocano invece a metà strada con un 20% di diminuzione delle ore di Cig. Il dato è invece aumentato, ma solo lievemente, nel Friuli Venezia Giulia.
«Leggero calo in Emilia Romagna a fronte di un andamento in Toscana con una confermata leggera crescita delle ore di cassa integrazione come nei mesi precedenti. In diminuzione le ore di cassa anche in Umbria e nelle Marche mentre si registra un vero e proprio crollo, vicino al 50%, nel Lazio». Tra le regioni meridionali la Campania ha fatto registrare un lieve aumento delle ore di Cig, mentre Basilicata, Calabria e Puglia hanno fatto registrare dati in lieve diminuzione. In Sicilia i dati si sono mostrati sostanzialmente stazionari, mentre in Sardegna la diminuzione è stata maggiormente accentuata.
Il rapporto da poco fornito dalla Cisl sull’andamento della cassa integrazione dimostra la presenza di alcuni primi timidi segnali di ripresa nel nostro paese. Benché sia ancora prematuro formulare previsioni, i dati pubblicati indicano l’inversione di alcuni trend nel mercato del lavoro messo ancora a dura prova dagli effetti della crisi su scala globale.