Recruiting: dagli USA arrivano le stress interview

di Teresa Barone

Pubblicato 23 Gennaio 2013
Aggiornato 4 Gennaio 2021 14:42

Come valutare i candidati nel colloquio con le tecniche innovative più usate dai selezionatori del personale statunitensi.

Lo stress dei candidati durante un colloquio di lavoro è inevitabile, ma a rendere le cose più complicate ci hanno pensato i cacciatori di teste statunitensi, che hanno ideato un nuovo modello di selezione del personale che rende bene l’idea già dal suo nome: stress interview.

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Colloqui di lavoro estremi, nei quali i candidati al posto sono letteralmente messi sotto pressione attraverso una serie di domande spiazzanti volte a valutarne le capacità di reazione in momenti di stress. È lo stesso atteggiamento del selezionatore a creare ansia nell’aspirante nuovo dipendente, che non viene messo a suo agio e letteralmente in imbarazzo.

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Molto diffuse oltreoceano, In Italia non mancano le aziende che applicano le tecniche delle stress interviews prendendo spunto proprio dalle domande “atipiche” rivolte ai candidati dai recruiters USA. La finalità di questo tipo di colloquio di lavoro è principalmente quella di monitorare la capacità del candidato di ragionare senza perdere la lucidità, e di cercare di dare una risposta sensata anche a domande alle quali è impossibile dare una risposta certa.

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Solo per fare alcuni esempi, talvolta i selezionatori pongono quesiti del tipo: “Sa dirmi quanti sciatori ci sono in Italia?”, oppure “Quante palline da golf occorrono per riempire una stanza?”, e ancora “In quale animale si identifica di più?”.