Pensione di reversibilità: ogni quanto si rivaluta?

Risposta di Barbara Weisz

12 Ottobre 2022 08:46

Angelo chiede:

La pensione di reversibilità viene rivista a seguito della variazione reddituale del coniuge superstite? Ogni quanto potrebbe essere ricalcolata in base alla situazione reddituale?

La pensione di reversibilità viene ricalcolata annualmente in base alla situazione reddituale del coniuge superstite, applicando una decurtazione che può andare dal 25 al 50%.

Si tratta della stessa riduzione applicata in sede di prima applicazione per quantificare la pensione spettante: l’importo infatti, va dal 60% al 100% dell’assegno previdenziale del defunto in base alla presenza ed al numero di figli (se ha un figlio prenderà il 70%, con due figli l’importo sale all’80%, con tre figli si prende il 100%).

Alla cifra che si ottiene facendo questa operazione, si toglie una percentuale che si basa invece sul reddito del coniuge superstite, in base alla seguente regola:

  • fino a  20mila 498,82 euro non si applica alcuna nessuna decurtazione;
  • da 20mila 107,62 a 26mila 810,16 euro di reddito, la pensione di reversibilità si taglia del 25% (quindi il coniuge superstite prende il 45% della pensione del defunto);
  • da 27mila 319,77 a 34mila 149,70 euro: si riduce del 40% (quindi, la reversibilità totale è ridotta al 36% della pensione del defunto);
  • oltre i 34mila 149,70 euro: si riduce del 50% (quindi la reversibilità è al 30 per cento).

Ogni anno si effettua una verifica reddituale in base al reddito del beneficiario, che comporta un ricalcolo dell’assegno di pensione di reversibilità in base agli altri redditi percepiti ed alla presenza o meno di figli.

La rivalutazione, invece, è un concetto differente: non è legato ai requisiti del beneficiario ma all’inflazione, che ogni viene applicata a tutte le pensioni in base ad una percentuale stabilita con decreto ministeriale a seguito delle rilevazioni ISTAT. Tale indicizzazione delle pensioni, infine, si applica secondo regole specifiche, in base alla quali la perequazione è piena soltanto per le pensioni fino ad un certo importo mentre si riduce per i trattamenti via via più consistenti.

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