Riuscire a gestire la rivoluzione digitale in maniera non traumatica è compito di ogni buon leader. Il ruolo infatti impone di saper far fronte all’innovazione, conoscendola a fondo, senza però dimenticare da dove si viene.
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Al recente Symposium tenutosi a Barcellona si è sentita la necessità di indicare la strada da percorrere per continuare ad essere un leader in un’era di cambiamento. Secondo gli analisti di Gartner il CIO è il punto di riferimento di una trasformaizone che stenta a decollare, infatti solo il 22% delle aziende pensa di avere oggi un business digitale e solo il 62% dei CEO è considerato adeguato.
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Quindi i CIO che vogliono mantenere la poro posizione di leadership devono saper lavorare su due fronti: sfruttando la solidità della vecchia IT e la rapidità delle startup digitali. Tina Nunno VP and Gartner Fellow indica «Orchestrare il team, creare gruppi dinamici, gestire le priorità del budget, decidere dove vale la pena investire per crescere, creare un nuovo modello organizzativo e prevedere una diversa gestione del rischio: sono le priorità che abbiamo individuato. Il successo è un gioco di squadra. Il CIO deve interagire con i vari dipartimenti».
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Un modello bimodale quindi, che combina due culture diverse e per cui Gartner conia l’espressione Digital Humanism, in cui il singolo individuo diventa fondamentale per gestire la tecnologia, unendo competenze tecniche e soft skills in maniera equilibrata.