Il “social commerce” di eBay

di Paolo Iasevoli

18 Giugno 2007 10:30

Il gigante delle aste online definisce così la sua strategia, che oltrepassa i limiti dell'e-commerce. E questa volta anche Google è costretto ad abbassare la testa...

233 milioni di utenti. Con questa impressionante cifra il più grande sito di aste online festeggia i 12 anni di attività al consueto evento eBay Live!, tra polemiche (con Google) e novità.

Nel corso della conferenza, la CEO Meg Whitman ha illustrato ai suoi clienti la nuova identità di eBay, partendo proprio dalle sue origini, che lo incoronano pioniere del Web 2.0. Secondo Withman, infatti, eBay è stato il primo sito basato sugli “user generated content”, offrendo la possibilità ai propri utenti di partecipare attivamente ai contenuti del sito inserendo le schede dei prodotti da vendere.

Proprio da questi presupposti ha preso forma il “social commerce”, la nuova evoluzione dell’e-commerce che pone le persone e le relazioni sociali al centro del commercio. «Commerciare è nel nostro DNA; il desiderio di tessere relazioni è nel nostro DNA»: con questa filosofia Withman indica il percorso compiuto da eBay, evidenziando come non faccia altro che rispondere a un’esigenza da sempre insita dell’essere umano.

Si tratta di un percorso che ha creato e cavalcato l’onda del Web 2.0, a suon di acquisizioni (non ultima quella di StumbleUpon) e di “widget”. Con questo termine sempre più in voga sul nuovo Web si intendono tutti i programmi e i contenuti sviluppati da una società e messe liberamente a disposizione di tutti. Una strategia che ha reso possibile l’inserimento delle aste di eBay su siti, blog e social network di terze parti.

Un commercio pervasivo che sposta sempre di più il peso dall’azienda al consumatore, mettendo nelle sue mani il potere (e l’onere) di gestire la transazione economica dove, come e quando desidera. La strategia sembra pagare, visti i risultati, e potrebbe essere presa come modello anche da aziende di altro tipo e dimensione, che trarrebbero giovamento da questa filosofia “sociale”.

Perfino Google ha dovuto alzare le mani dinanzi al potere di eBay. Big G aveva infatti organizzato un evento incentrato su Checkout lo stesso giorno dell’eBay Live!, scatenando le ire della società che era già corsa ai ripari per proteggere il suo PayPal, bannando il concorrente di Google dai propri siti.

La mossa di Big G è stata poco gradita ad eBay, che ha pubblicamente dichiarato il suo disappunto, provocando una pronta reazione di Google, che ha cancellato il suo evento. A Mountain View devono essersi ricordati che eBay, prima che un concorrente, è il loro cliente numero 1, con 25 milioni di dollari investiti ogni anno su AdWords.