Dopo tanta attesa e preoccupazioni sul Decreto Romani, l’approvazione AgCom della nuova regolamentazione italiana per le Web TV ha incontrato l’approvazione generale. Parola d’ordine, semplificazione.
Nel testo finale non compaiono tasse aggiuntive, nè complesse autorizzazioni per aprire una Web TV, numerosissime in Italia.
In realtà, il nuovo regolamento sarà applicato unicamente alle Web Radio e TV con ricavi superiori ai 100mila annui. Restano dunque esclusi i portali di condivisione video come YouTube. Non solo: il nuovo testo ha rimosso ogni riferimento alle piccole emittenti Web Radio e TV.
Unico requisito richiesto, la comunicazione di avvio attività. Un contributo una tantum di 500 euro per le Web TV (e di 250 euro per le radio) è l’unica tassa da versare.
«Apprezziamo il passo indietro di Agcom, che non affossa il mondo di internet con la burocrazia», ha dichiarato Carlo Pileri, presidente Adoc. «Sarebbe stato assurdo liberalizzare prima l’accesso alla piattaforma wi-fi e poi imbrigliare forme di comunicazione mediatica moderne, democratiche, innovative e socialmente utili, spesso realizzate con pochi mezzi finanziari».
Gli aspetti normativi più delicati sono quelli che definiscono la responsabilità editoriale, l’obbligo di rettifica e la tenuta del registro programmi. A dicembre si riprenderà la discussione su diritto d’autore online e contraffazione.