
Fondi pensione contro TFR, nel 2014 i rendimenti dei primi battono nettamente quello del trattamento di fine rapporto, che al netto dell’aliquota fiscale dell’11% si è rivalutato dell’1%, contro il 7% delle forme di pensione integrativa. In realtà, in questo caso i calcoli sono effettuati in base alle aliquote fiscali 2014, non tenendo conto quindi delle novità previste dalla Legge di Stabilità 2015, che aumenta la tassazione al 20% (dall’11,5%), ad eccezione dei titoli di stato ai quali si applica il 12,5% (stessa aliquota prevista per quelli posseduti direttamente), controbilanciando gli incrementi con crediti di imposta per i fondi che effettuano investimenti a medio lungo termine.
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Tendenzialmente, le nuove regole comportano in realtà una diminuzione dei rendimenti rispetto alla media indicata, essendo la norma prevista dalla manovra retroattiva (cioè, le nuove aliquote fiscali sui fondi pensione si applicano al 2014).
Fondi pensione
L’incremento indicato del 7% è una media fra quelli dei fondi pensione negoziali. Secondo le tabelle pubblicate dal Correreconomia, fra i diversi prodotti, ci sono poi differenze notevoli: si va dal 12,4% della linea bilanciata Confapi, allo 0,8% della linea garantita Espero (dipendenti scuola). Segnaliamo i fondi pensione che hanno assicurato performance sopra il 10%:
- bilanciato azionario Alifond (industria alimentare);
- garantito Byblos (carta e aziende grafico editoriali);
- garantito Cometa (metalmeccanici e orafi);
- bilanciato Eurofer (Ferrovie dello Stato);
- bilanciato obbligazionario e bilanciato azionario Foncer (industria piastrelle);
- bilanciato obbligazionario e bilanciato Fondapi (aziende Confapi);
- bilanciato Fondoposte;
- azionario Fondosanità;
- bilanciato Fonte (commercio, turismo e servizi);
- azionario Fopen (dipendenti Enel);
- bilanciato obbligazionari etici e bilanciati Laborfons (dipendenti pubblici e privati Trentito Alto Adige);
- bilanciati Pegaso (gas, acqua, elettricità);
- bilanciato Prevaer (operatori aeroportuali);
- bilanciato Prevedi (edilizia);
- bilanciato obbligazionario Previambiente (igiene ambientale);
- bilanciato obbligazionario Previcooper (distribuzione cooperativa);
- bilanciato azionario Quadri e capi FIAT.
Viceversa, sotto il 2% troviamo:
- garantito Agrifondo (agricoltura florovivaistica);
- garantito Alifond;
- garantito Arco (legno e laterizi);
- garantito Astri (ausotrade e infrastrutture);
- monetario Cometa;
- garantito Concreto;
- garantito Espero;
- garantito Eurofer;
- garantito Filcoop;
- garantito Foncer;
- garantito Fonchim;
- garantito Fondenergia;
- garantito Fondoposte;
- obbligazionario garantito Fopen;
- garantito Laborfonds;
- garantito Pegaso;
- garantito Prevaer;
- garantito Prevedi;
- garantito Previambiente;
- garantito Quadri e capi Fiat.
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TFR
Per quanto riguarda il TFR, come detto la rivalutazione netta (qui è già applicata l’aliquota fiscale) è stata dell’1%: rivalutazione lorda dell’1,5%, a cui si applica il 75% dell’inflazione. Anche andando indietro nel tempo, vincono i fondi pensione. Partendo dal 2000, il TFR si è rivalutato del 48%, mentre le linee bilanciate dei tre fondi esistenti all’epoca hanno ottenuto performance migliori:
- Cometa +63,9%;
- Fonchim +62,1%;
- Fondenergia +70%.
TFR in busta paga
Da sottolineare che in vista, in questo 2015, c’è un’altra grossa novità che riguarda sia i lavoratori che lasciano il TFR in azienda sia coloro che invece hanno scelto i fondi pensione: la possibilità dell’anticipo in busta paga, prevista anch’essa dalla Legge di Stabilità che dovrebbe scattare dal prossimo primo marzo (decreti attuativi permettendo). La scelta spetta al lavoratore ed è irreversibile fino al 30 giugno 2018. Sul TFR anticipato in busta paga, però, non si applica la tassazione separata (fra l’altro, l’aliquota anche qui è salita dall’11% al 17%), ma la norma e aliquota IRPEF.