Intercettazioni, ecco il compromesso

di Lorenzo Gennari

21 Luglio 2010 10:30

Il governo ha presentato l'emendamento al disegno di legge sulle intercettazioni. Introdotta "l'udienza filtro"

La proposta di modifica depositata ieri dal sottosegretario Giacomo Caliendo, dopo un lungo lavoro di messa a punto iniziato ieri sera al ministero della Giustizia, fa cadere il divieto assoluto di pubblicazione delle intercettazioni durante le indagini preliminari.

In sostanza si è istituito un meccanismo grazie al quale il giudice, d’intesa con l’accusa e la difesa, deciderà le parti pubblicabili e quelle a cui non viene data diffusione.

Polemiche a parte sulla bontà dell’emendamento, con pareri discordanti anche all’interno dello stesso governo, la maggioranza va avanti e annuncia che non ci sarà alcun rinvio a settembre dell’esame del ddl alla Camera.

Lo ha assicurato il capogruppo del Pdl in commissione Giustizia a Montecitorio, Enrico Costa che ha illustrato i passi successivi per l’approvazione del provvedimento: «Mercoledì scade il termine per i subemendamenti, poi ci saranno i pareri sugli altri emendamenti e si comincerà a votare, per essere pronti per il 29, data in cui è previsto l’arrivo in aula del ddl».

Il punto centrale dell’emendamento ruota attorno all’obbligo del segreto per le intercettazioni che ora verrà valutato di volta in volta dalla cosiddetta “udienza filtro“. «L’udienza filtro – ha spiegato Caliendo – può essere fatta allo scadere del termine delle intercettazioni, oppure al termine delle indagini preliminari se il pm ritiene che le condizioni istruttorie non consentono la possibilità di fare l’udienza filtro».

Nel caso venga emessa un’ordinanza di custodia cautelare, anche usando le stesse intercettazioni, quest’ultime sono ritenute automaticamente pubblicabili, ma il giudice e il pm possono disporre, con decreto motivato, l’obbligo del segreto quando il contenuto delle conversazioni trascritte può ledere la riservatezza delle persone coinvolte.

Inoltre, non ci sarà nessun “rischio oblio” per le intercettazioni in precedenza ritenute prive di rilevanza poiché, anche dopo la conclusione delle indagini preliminari, il giudice potrà sempre disporre, su richiesta delle parti o anche d’ufficio, l’esame dei verbali e l’ascolto delle registrazioni custodite nell’archivio riservato.