Il rientro dalle vacanze segna l’avvio del nuovo Redditometro: il Fisco sta predisponendo le prime lettere ai contribuenti considerati a rischio evasione. Verso metà settembre, arriverà una sorta di questionario con cui l’Agenzia delle Entrate chiede chiarimenti: è la cosiddetta prima fase conoscitiva, prevista dalla nuova normiva sull’accertamento sintetico (vedi circolare applicativa delle Entrate). Solo nel caso in cui il contribuente non riesca a fornire sufficienti spiegazioni sulla mancata corrispondenza tra spese e reddito potrà scattare il controllo fiscale.
Il questionario
Il contribuente ha 15 giorni per rispondere: in caso contrario può scattare una sanzione da 258 a 2.065 euro e l’impossibilità di utilizzare poi, in fase difensiva, i dati che giustificano la corretta provenienza delle somme spese. Insomma, rispondere convenie, anche perchè l’Agenzia delle Entrate ha assicurato un approccio soft verso chi fornisce spiegazioni attendibili e documentate al fine di archiviare la pratica, evitando l’accertamento.Le missive riguarderanno le dichiarazioni dei redditi relative al 2009, nell’ambito dei 35mila controlli annunciati per il 2013. Si presuppone che vengano spediti circa 40mila questionari (incamerando una quota fisiologica di pratiche risolte in fase preliminare). Per ora non vengono considerati scostamenti superiori al 20% e vige la pseudo-franchigia da 12mila euro l’anno. In generale, nel mirino finiranno i grossi scostamenti con l’obiettivo di stanare le posizioni «a maggior rischio evasione». Non verranno prese in considerazione le medie Istat. La precisazione è importante, perché l’eccessivo peso dell’elemento statistico nella nuova legge sull’accertamento sintetico è stato uno dei punti più controversi, con critiche espresse da professionisti e addetti ai lavori e anche sentenze contrarie della Magistratura.
Dati da chiarire
Su quali elementi si potranno dunque soffermare le domande del questionario? I dati sulle spese certe e note all’amministrazione tributaria: esempio classico, l’acquisto di un appartamento o di un’automobile, o la richiesta di detrazioni fiscali per spese di ristrutturazione edilizia. L’amministrazione può anche dedurre una serie di spese sulla base di questi dati certi: posto l’acquisto di una vettura di grossa cilindrata o di un immobile di pregio, ipotizzerà le relative spese di mantenimento. Verranno poi chieste informazioni su investimenti, risparmi, disponibilità e movimenti del conto corrente. In alcuni casi, i dati sono ampiamente noti all’amministrazione tributaria (caso classico, un mutuo). Per quanto riguarda il risparmio accumulato nel corso dell’anno, sarà il contribuente a fornire eventuali dati certi al Fisco: come è noto, ci sono nuove norme che rendono accessibili all’amministrazione tributaria i dati su conti correnti e investimenti, ma a partire dal 2011. Quindi, per i controlli relativi alle dichiarazioni 2009, queste nuove informazioni non saranno utilizzate. Attenzione: si ricorda che l’indicazione sulla propria disponibilità in termini di risparmi precedentemente accumulati può essere in realtà un utile elemento di difesa per il contreibuente, che può ad esempio giustificare in questo modo la provenienza del denaro utilizzato per effettuare spese eccessive rispetto al reddito annuale.