Fattura semplificata, elettronica e per forfettari: guida completa

di Noemi Ricci

Pubblicato 15 Giugno 2022
Aggiornato 14 Dicembre 2023 08:04

Guida alla fattura semplificata, anche elettronica e per forfettari: cos'è, quando si può emettere, i dati obbligatori da inserire e i casi particolari.

Una fattura semplificata è un documento contabile molto simile a una fattura ordinaria: ha lo stesso valore fiscale ma con una differenza: contiene informazioni ridotte e per questo comporta notevoli vantaggi. Ad esempio per piccoli artigiani e commercianti, ristoranti e negozi e così via. Inoltre, anche la fattura semplificata può essere emessa in formato elettronico.

Proprio per le sue caratteristiche semplificate, tuttavia, non può essere emessa sempre, se non in determinati casi. Vediamoli in dettaglio.

Cos’è una fattura semplificata?

Cos’è una fattura semplificata? Si tratta fondamentalmente di un documento contabile che serve a certificare operazioni di beni o servizi per importi inferiori a 400 euro IVA inclusa. A livello normativo, la fattura semplificata è stata introdotta dall’articolo 21 della legge 633 del 1972 come misura per semplificare gli obblighi di fatturazione, alleggerire gli oneri amministrativi a carico delle imprese e allinearsi alle normative europee in materia.

Quando si usa la fattura semplificata?

È possibile emettere una fattura semplificata in luogo della fattura ordinaria nel caso in cui si verifichino le seguenti condizioni:

– l’importo della fattura non superi i 400 euro, come somma tra imponibile e IVA; non si tratta di cessioni intracomunitarie (art. 41, del d.p.r 331/1993);
– non si tratta di cessioni per beni o servizi per cui non valga il principio di territorialità (quando l’IVA è dovuta nel Paese del committente secondo l’art. 21, comma 6-bis, del d.p.r. 633/1972).

Chi può emettere fattura semplificata?

La fattura semplificata può pertanto essere emessa solo dai soggetti passivi IVA residenti in Italia, nei confronti di un soggetto anch’esso residente.

Chi non ha partita IVA può emettere fattura?

I soggetti titolari di partita IVA sono obbligati ad emettere fattura, ma può un privato senza partita IVA emettere fattura? In realtà, no. Quella che viene definita “fattura senza partita IVA” non è una vera e propria fattura, ma è una “ricevuta per prestazione occasionale“, una ricevuta fiscale emessa per certificare un compenso senza partita IVA.

Emissione fattura semplificata: come si fa?

Tra i dati che possono essere omessi nella fattura semplificata troviamo: i dati anagrafici del cliente; la distinzione tra base imponibile e IVA, che possono essere indicati in un’unica voce come totale IVA inclusa; quantità, natura e qualità dei beni o servizi ceduti (che possono essere indicati in modo generico).

Come compilare una fattura semplificata?

Per emettere una fattura semplificata, bisogna compilarla inserendo le seguenti informazioni: numero di fattura univoco e progressivo; data di emissione; i propri dati; i dati semplificati del cliente, includendo sempre la partita IVA o il codice fiscale; gli importi complessivi da pagare, IVA inclusa; numero della fattura originale, in caso di nota di variazione.

Come compilare una fattura semplificata in regime forfettario?

Per le tipologie di operazioni ammesse, si può emettere fattura semplificata anche in regime forfettario. Tutti gli elementi obbligatori da inserire in una fattura semplificata (data di emissione, numero progressivo, ecc.) sono elencati nella legge, all’articolo 21 bis del Dpr 633/1972. La fattura semplificata, anche per i forfettari, può essere anche elettronica.

Fattura semplificata rettificativa

Come si registra la nota di credito? É possibile emettere in modalità semplificata anche la fattura rettificativa, indipendentemente dal valore dell’importo, come, ad esempio, le note di variazione (note di credito o di debito) emesse ai sensi dell’articolo 26 del DPR n. 633/72.

Come registrare una nota di credito semplificata?

Sulle fatture andrà riportato non solo il riferimento alle specifiche indicazioni previste per la fattura semplificata, ma quelle previste per le fatture rettificative. Secondo quanto chiarito dall’Agenzia delle Entrate, con la Risoluzione n. 36/E/2008, qualora la fattura rettificativa venga emessa a fine anno per sconti derivanti dal raggiungimento di obiettivi prefissati, non è necessario indicare nella fattura tutti i documenti oggetto di variazione, ma è possibile indicare solamente gli estremi contrattuali, la base di calcolo e la percentuale di sconto spettante.

Come si registra una nota di debito?

Le note di debito devono essere registrate nel registro delle fatture emesse. A differenza delle note di credito, le note di debito sono obbligatorie. Questo perché aumentano l’imponibile e, di conseguenza, anche l’IVA. Bisogna sempre mettere il  riferimento all’eventuale fattura rettificata con indicazioni e sulle specifiche degli elementi soggetti a modifica.

Come si emette fattura di sola IVA?

Nella FAQ n. 27 pubblicata il 27 novembre 2018, l’Agenzia delle Entrate precisa che è possibile emettere una fattura elettronica con solo IVA utilizzando il tipo documento “Fattura semplificata”, inserendo gli estremi della fattura che si vuole rettificare, valorizzando i dati dell’importo e dell’imposta con l’importo della variazione e senza valorizzare il dato dell’aliquota.

Come registrare una nota di credito solo IVA?

Il documento elettronico TD08 nota di credito semplificata è quello che permette di variare la sola IVA, come spiegato dall’Agenzia delle Entrate nella “guida alla compilazione delle fatture elettroniche e dell’esterometro” dell’Agenzia delle Entrate versione 1.3 del 18 dicembre 2020 e nella FAQ n. 96 pubblicata il 19 luglio 2019.

Che differenza c’è tra parcella e fattura?

Parcella e fattura vengono confuse spesso, essendo gli elementi obbligatori da includervi molto simili. Si tratta, infatti, di due documenti contabili che presentano una struttura simile e che sono fondamentalmente distinti dal tipo di professionista e di servizi per cui vengono emesse: la parcella è un tipo di fattura emessa dai liberi professionisti iscritti ad un Albo di categoria (esempio tipico: parcella dell’avvocato o di architetti, ingegneri, notai, consulenti, commercialisti, etc.); la fattura viene emessa dai lavoratori autonomi con inquadramento diverso dai liberi professionisti (artigiani, parrucchieri e così via).