Fattura a un privato senza partita IVA: dal 1° luglio anche per i forfettari

di Noemi Ricci

Pubblicato 22 Giugno 2022
Aggiornato 24 Luglio 2022 17:05

Come emettere e inviare fattura ai privati senza partita IVA, italiani o esteri, e le regole per la fatturazione elettronica B2C estesa ai forfettari.

La fattura elettronica può essere emessa a diverse tipologie di soggetti, anche senza partita IVA e, in alcuni casi, anche senza codice fiscale. Ma l’emissione delle fatture ai clienti privati genera sempre tanti dubbi. Vediamo quindi di dare una risposta alle domande più frequenti poste alla redazione di PMI.it in tema di fatturazione alle persone fisiche, anche privati esteri, clienti europei o extra-UE.

Obbligo di fattura elettronica B2C

L’emissione della fattura elettronica a un privato che non è titolare di partita IVA (operazioni B2C) è previsto dal primo gennaio 2019, per effetto di quanto disposto dalla Legge di Bilancio 2020. Dal 1° luglio 2022 viene esteso lo stesso obbligo di fattura elettronica per forfettari (articolo 18 del decreto legge 36/2022). Sono esclusi fino al 2024, i contribuenti in flat tax con ricavi fino a 25mila euro. Rimane il divieto di emettere fatture elettroniche per:

  • soggetti tenuti all’invio dati al Sistema Tessera Sanitaria per elaborare le dichiarazioni dei redditi precompilate;
  • soggetti non tenuti all’invio dei dati al Sistema TS per prestazioni sanitarie verso persone fisiche.

In tutti gli altri casi la fatturazione elettronica verso i privati è un obbligo.

Va inoltre ricordato che dal 1° luglio 2022, per le operazioni con soggetti esteri, non sarà più possibile emettere una fattura tradizionale, comunicando tale operazione tramite l’Esterometro, ma bisognerà obbligatoriamente compilare e inviare una fattura elettronica.

Che dati servono per la fattura a un privato?

Le regole della fatturazione verso i privati senza partita IVA sono semplici, ma occorre prestare attenzione ad alcuni dati e diciture da inserire obbligatoriamente nella documentazione.

Per emettere fattura verso un privato è necessario indicare il suo codice fiscale, insieme ai suoi dati anagrafici, compilando i campi Nome e Cognome. Non vanno compilati i campi Ragione sociale e partita IVA.

Come fatturare a persona fisica?

Ai clienti senza partita IVA che non hanno gli strumenti idonei per ricevere fatture elettroniche è possibile consegnare copia cartacea. Oppure, nel caso in cui abbiamo un indirizzo di posta elettronica certificata, sarà possibile inviarla via PEC in formato PDF, anche utilizzando il servizio online dell’Agenzia delle Entrate.

In ogni caso, chi emette la fattura deve inviarla al Sistema di Interscambio, SdI, sul quale devono necessariamente transitare tutte le e-fatture, indicando che il destinatario è un soggetto senza partita IVA, così che il sistema possa mettere il documento fiscale a disposizione del contribuente nella pagina dedicata dell’Agenzia delle Entrate.

I contribuenti senza partita IVA che hanno aderito al servizio di consultazione online delle fatture elettroniche ricevute, predisposto dall’Agenzia delle Entrate, possono infatti consultare quelle ricevute nell’apposita area del portale Fatture e Corrispettivi.

=> Consultazione fatture elettroniche: guida per consumatori finali

Come si fa una fattura senza partita IVA?

In caso di fattura elettronica verso privati senza partita IVA, si distinguono 3 casi:

  • privato senza codice destinatario né PEC: si tratta di elementi non obbligatori per i consumatori finali. In questo caso bisogna inserire come codice univoco quello convenzionale “0000000” (7 zeri) e compilare esclusivamente il campo “CodiceFiscale” e non “IdFiscaleIVA”, né “PECDestinatario”. Bisogna poi consegnare al cliente una copia cartacea o informatica (es. e-mail) e informarlo che può visualizzare la fattura elettronica nella sua area riservata sul sito web dell’Agenzia delle Entrate;
  • privato senza codice destinatario, ma dotato di PEC: rispetto al caso precedente va compilato il campo “PECDestinatario” con l’indirizzo presso il quale SdI recapiterà la fattura elettronica;
  • privato con codice destinatario: in questo caso va compilato il campo “CodiceDestinatario” in base al quale SdI recapita la fattura all’indirizzo corrispondente.

Come emettere fattura a privato estero?

In caso di fattura elettronica emessa verso un privato estero, il codice univoco convenzionale da inserire nel campo “CodiceDestinatario” è formato da 7 X (codice “XXXXXXX”). Bisogna inoltre indicare nel campo “CodiceFiscale” il codice fiscale del destinatario, se esistente, non compilare il campo “IdFiscaleIVA”, indicare la Nazione di riferimento (“IdPaese”) utilizzando la sigla di due caratteri espressa secondo lo standard ISO 3166-1 alpha-2 code.

I dati relativi alle operazioni ricevute da soggetti non residenti in Italia devono essere trasmesse al SdI con i codici “TipoDocumento” TD17, TD18 o TD19.

Da sottolineare che SdI non è in grado di recapitare la fattura all’estero, essendo tale sistema in vigore solo in Italia. Questo significa che bisogna consegnare al destinatario della fattura una sua copia, cartacea o digitale.

Come fatturare ad un cliente americano?

Per i soggetti con sede in uno Stato extra UE, come gli USA, al posto della partita IVA nello Spesometro bisognava inserire il codice generico “OO99999999999”. Con la fattura elettronica, invecem si deve inserire nel campo Codice destinatario “XXXXXXX” e, nella sezione  “IdFiscaleIVA” del “Cessionario/Committente”, come “IdPaese” il codice Paese estero (secondo lo standard ISO 3166-1 alpha-2 code, quindi per gli USA è US) e come “IdCodice” un valore alfanumerico fino ad un massimo di 28 caratteri (non è controllato da SdI); se si tratta di un consumatore  finale, si compila solo IdCodice e si lascia vuoto CodiceFiscale.

Come fare fattura a privato senza codice fiscale?

Come spiegato dall’Agenzia delle Entrate, nelle FAQ pubblicate il 12 febbraio 2021, se il destinatario estero della fattura elettronica non ha un codice fiscale italiano bisogna inserire nel campo “IdCodice” un valore alfanumerico identificativo dell’operatore o del consumatore finale, fino ad un massimo di 28 caratteri alfanumerici su cui il SdI non effettuerà poi i controlli di validità.

Quindi bisogna compilare il campo “CodiceFiscale” con lo stesso valore riportato nel campo “IdCodice”.