Imprese e sostituti d’imposta devono incamerare le novità della riforma IRPEF in busta paga, prevedendo anche il conguaglio dei primi mesi del 2022. A fornire il quadro completo delle istruzioni fiscali è la Circolare 4/2022 dell’Agenzia delle Entrate, relativa alla riforma prevista dalla Legge di Bilancio.
Vediamo i dettagli.
Conguaglio IRPEF 2022
In busta paga, le novità si sarebbero dovute applicare dal primo gennaio 2022 ma le imprese e i sostituti d’imposta non hanno avuto il tempo di adeguare i software di elaborazione buste paga. Considerando anche l’entrata in vigore dal primo marzo 2022 delle modifiche dell’articolo 12 del TUIR (Assegno unico al posto delle detrazioni per i figli a carico in busta paga), l”Agenzia delle Entrate ha concesso ai sostituti d’imposta di adeguarsi alle modifiche normative entro aprile 2022.
Quindi, al massimo con la busta paga di aprile, la riforma IRPEF deve essere recepita dalle imprese, che dovranno provvedere ad effettuare un conguaglio per i primi mesi del 2022 relativo agli stipendi da gennaio in poi. Le imprese che hanno già recepito la riforma con la busta paga di marzo hanno effettuato i conguagli nel cedolino paga in corso.
La riforma IRPEF in busta paga
Per chi ancora non ha avuto l’aggiornamento nel cedolino dello stipendio e troverà le novità incamerate in quello di aprile 2022, come cambia dunque la busta paga? La riforma (commi da 2 a 8 della legge 234/2021) ha ridotto gli scaglioni fiscali da cinque a quattro modificando le relative aliquote IRPEF, rivede il meccanismo delle detrazioni su lavoro dipendente e da pensione (aumentate le soglie), modifica il trattamento integrativo (bonus Renzi) per i redditi fra 15mila e 28mila euro (sul primo scaglione resta immutato).
IRPEF: nuovi scaglioni e aliquote
- redditi fino a 15mila euro: 23%;
- redditi fra 15mila e 28mila euro: 25%;
- redditi fra 28mila e 50mila euro: 35%;
- redditi oltre 50mila euro: 43%.
Rispetto alla previgente disciplina sono intervenute le seguenti modifiche:
- la seconda aliquota è ridotta dal 27 al 25%;
- la terza aliquota è ridotta dal 38 al 35% e si applica ai redditi fino a 50mila euro;
- è soppressa l’aliquota del 41% che si applicava quarto scaglione (fra i 50mila e ei 75mila euro);
- i redditi sopra i 50.000 euro sono tassati al 43% (prima, questa aliquota scattava sopra i 75mila euro).
Impatto IRPEF più Assegno Unico
Anche questa è una variabile da tener presente, perché può comportare una differenza notevole tra la vecchia e la nuova busta paga, da dove sono spariscono le detrazioni eliminate con l’Assegno unico. In pratica, occorre procedere con calcoli diversificati applicando le vecchie regole fino al 28 febbraio e quelle nuove dal mese di marzo e fine anno. Rivoluzionata anche la disciplina degli assegni familiari, aboliti che i nuclei familiari con potenziali beneficiari dell’Assegno Unico e richiedibili soltanto da quelli in cui non sono presenti figli minori.
Riforma IRPEF in dichiarazione dei redditi
In dichiarazione dei redditi, invece, le novità IRPEF entreranno soltanto nel 2023, in relazione al periodo d’imposta 2022. I modelli 730 e Redditi 2022, infatti, si riferiscono al 2021 e pertanto seguiranno le vecchie regole (per l’ultima volta). Le nuove aliquote e detrazioni faranno il loro debutto, pertanto, nel 730/2023 o Redditi PF 2023.